Oriana pronto per la grande impresa nella Manica L'INTERVISTA

Il lecchese, ex olimpico dei 200 delfino ad Atlanta 1996, ha preparato la mitica traversata da Dover a Calais

Oriana pronto per la grande impresa nella Manica L'INTERVISTA
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Oriana pronto per la grande impresa nella Manica. L’ex olimpico dei 200 delfino ad Atlanta 1996, ha preparato la mitica traversata da Dover a Calais Il lecchese, con il suo team, ha la barca prenotata dal 18 al 25 agosto: «Non nuotavo da sette anni, questo progetto è anche un lancio della mia attività professionale. Per il freddo mi affido all’ipnosi» . Ecco l'intervista a più forte nuotatore made in Lecco.

CHI E' ANDREA ORIANA

Oriana "sfida" la Manica

La voce è squillante. Azzardo subito: Andrea, sarai in formissima? «Insomma, in forma normale. Per fare quella roba lì, in acqua fredda, ho anche messo su qualche chilo in più. Diciamo che sto bene». Quella roba lì è la Traversata della Manica. Lui è Andrea Oriana, il più forte nuotatore lecchese.
Che ti è venuto in mente? «E’ una sfida che ho deciso di fare per due motivi, da una parte riprendere l’attività, visto che non nuotavo da sette anni, e dall’altro lanciare la mia attività professionale».

Sette anni, mica pochi...

«E’ vero, ma queste imprese le ho sempre seguite, affascinato anche dai racconti di Leo Callone (il Caimano del Lario, autore della Traversata nel 1981 in 13h07’, crono rimasto record italiano per 25 anni, ndr). Mi ha trasmesso l’epopea della Manica che ho sempre avuto come pensiero dentro di me. Da 6/7 anni mi occupo di preparazione mentale, così ho deciso di unire la mia attività di allenatore che adesso svolgo a Bresso per la Gestisport come responsabile dell’agonistica, con quella di mental coach».
Il futuro si può spostare da una sponda all’altra. «Per ora è 50 e 50, ma mi piacerebbe che a prendere il sopravvento fosse la mia attività di mental coach».

Così farai la cavia di te stesso?

«Esatto - ride - questa è una sfida che può aprire le porte a una nuova strada, per aprire una mia società. Ci penserò dopo la Traversata. Che farò per dimostrare come il limite sia di tipo mentale. Non è il mio habitat naturale, che è quello delle gare, ma le acque libere mi danno una nuova visione sportiva. Dove l’allenamento non viene esasperato, ma serve per conoscere meglio se stessi. Comunque finirà, è una bella scoperta che mi sta appassionando».

L’idea ti è balenata quando?

«Più di due anni fa, poi c’è voluto un anno e mezzo per renderla operativa, perché le procedure di iscrizione sono difficili. Le barche sono poche e ci sono richieste da tutto il mondo. Dagli italiani, fino adesso, è stata un po’ snobbata. La mia iniziativa sta avendo molto seguito, tanto che spero che la mia esperienza possa dare un’impennata agli atleti italiani».

Ora ci siamo...

«Sì, perché un giapponese non ha pagato e si è liberato un posto. L’associazione mi ha contattato e abbiamo deciso in poco tempo: era prendere o lasciare. In sei mesi siamo partiti e abbiamo bruciato le tappe. Dando più impulso agli allenamenti in acque libere piuttosto che in piscina».

I test principali?

«A Imperia, con acqua a 16 gradi, poi Bergeggi a 18 gradi. La temperatura della Manica dovrebbe essere intorno ai 17: sono 28 miglia circa, perché dipende anche dalle maree e dalle correnti, da coprire senza muta. Nel laghetto di Piona ho nuotato con 13 gradi, mentre in Francia lo scorso 24 giugno, a La Rochelle, a 200 km da Bordeaux, ho nuotato 5 ore con acqua a 18 gradi circa coprendo 23-34 km. Sono stato a Genova con un campione di nuoto delle gran fondo Edoardo Stochino mentre l’ultimo test l’ho fatto a Poschiavo nuotando sette ore con acqua a 15 gradi e mezzo».

Hai un team che ti aiuta?

«Sì, molto preparato per fare le cose bene. E saranno tutti in barca per seguirmi: c’è l’allenatore Matteo Lugo, dt di Gestisport, il nutrizionista Marcello Vendramin, Gabriele Poli della Icom Srl che cura l’immagine. E il mio collega che è anche un ipnologo Jimmy Fascina. Il suo progetto di rilassamento sta dando risposte positive: lo stato ipnotico mentale serve per resistere al freddo. L’abbiamo testato nuotando sette ore a 15 gradi, noi pensiamo di fare la Manica in nove ore, dunque siamo a buon punto. E poi c’è mia moglie Cinzia Isella che ci dà la rotta, è appassionata di mare e maree. Aspetti davvero interessanti, si parte ad esempio con i quarti di luna giusti».

Le date della tua occasione?

«Dal 18 al 25 agosto. Puntiamo a fare il record italiano che è di 11h04 e appartiene a Thomas Ladurner (avvocato meranese, settimo italiano a riuscire nella massacrante impresa datata settembre 2012, ndr). Io spero di restare sotto le 10 ore, anche se le variabili sono tante».

Ti sta tornando la carica agonistica?

«Sì, ma matura secondo una visione diversa. L’allenamento non è esasperato. Quello che conta è soprattutto la testa. Per 7/8 ore sei solo con te stesso e le tue motivazioni, devi trovare immagini come ancoraggi mentale, cercare aiuto nei sensi. E io spesso canticchio canzoni. Non mi sono allenato così tanto in acqua, ho fatto talmente tanti chilometri in vita mia... Mi sono bastate le prove».

Sei teso?

«Sono in uno stato di allerta, diverso da quello che provavo per le gare. Lì la tensione era sia bella che brutta, adesso solo bella. E’ una preparazione graduale arrivata all’80%, mi manca ancora un 20... Ma non ho intenzione di fermarmi».

Cioè?

«Questa esperienza voglio che diventi un punto di riferimento di queste sfide per altri atleti. Ho fatto le prove per far vedere come si usa il grasso, come si può stare in acqua a temperature quasi estreme, tracciato le prove con gps. Insomma, ho raccolto tante informazioni utili per chiunque dovesse decidere poi di fare queste esperienze».

Hai sentito l’ice swimmer di Cremella Paolo Chiarino?

«No, lui adesso fa cose diverse, nuota su distanze fino a 1 km con temperature vicino allo zero. Certo anche le sue sono toste, mi fa piacere che si sia ritagliato queste esperienze dove sicuramente conta molto anche la preparazione mentale. La mia idea è diversa, traversate lunghe con temperature medie. E ho anche in cantiere l’idea di scrivere un libro, ricco di contenuti e informazioni».
Oriana è pronto a calare l’asso nella Manica.

Dario Scaccabarozzi

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