Elezioni, parla Formigoni: «A Maroni do una sufficienza risicata»

Intervista a tutto campo con l'ex governatore lombardo

Elezioni, parla Formigoni: «A Maroni do una sufficienza risicata»
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Anticipiamo alcuni passaggi dell'intervista a Roberto Formigoni pubblicata nel Giornale di Lecco in edicola domani, lunedì 22 gennaio.

Elezioni, parla Roberto Formigoni

Piace, non piace, ma parlare di Regione con Roberto Formigoni non è mai banale. Settantuno anni, una carriera politica partita da Lecco e arrivata all'apice al Pirellone, con 18 anni di riforme e consensi, ma pure un finale sciagurato fatto di sospetti e inchieste. E un occhio critico sempre attento a quanto accade nella seconda regione più importante d'Europa, che si appresta a vivere un momento decisivo per il suo futuro, col centrodestra rimasto spiazzato dal ritiro di Maroni. «Poteva decidersi prima...», scherza.

Certo, una battuta. Ma il cambio di candidato del centrodestra cambia non di poco lo scenario.

«Sì, la sua decisione ha cambiato i piani. Io non discuto le ragioni personali, ma occorre tener presente anche quelle comunitarie. Fontana lo conosco come presidente del consiglio regionale, è una brava persona, è certamente un leghista. Ma è stato catapultato improvvisamente su uno scenario straordinariamente importante e difficile. Per fare il presidente della Lombardia bisogna avere spalle larghe e preparazione ampia. Inoltre, lui arriva dopo due persone che sono state lungamente parlamentari, uno ministro un altro vicepresidente del Parlamento Europeo».

«Fontana poco conosciuto fuori da Varese»

Siete preoccupati?

«Certo, dobbiamo esserlo. L'errore più grave in qualsiasi campagna elettorale è credere di avere la vittoria in tasca. Penso quindi che avrei dato la stessa risposta se ci fosse stato ancora Maroni candidato. Chiaramente Fontana fuori Varese è poco conosciuto».

E una delle prime uscite fatte non è stata certo impeccabile, con quelle parole sulla «razza bianca».

«Sorvoliamo. Quello che voleva dire è chiarissimo, ma sono errori in cui scivoli per incompetenza, stanchezza, perché sei preoccupato per altro... ma purtroppo è un errore che marchia».

Il giudizio sull'operato di Maroni

Che giudizio dà, allora, della leadership di Maroni in Regione?
«Non sono stati anni molto brillanti, arriva alla sufficienza risicata. Purtroppo secondo me si è limitato a una gestione ordinaria, senza una vera visione unitaria. La Lombardia merita di più. Mi sarei atteso di più da un Maroni con un'esperienza di governo molto ampia e sviluppata. Rileggendo le sue promesse elettorali, a partire da quelle sulle tasse, speravo di vedere altro. Anche sulla sanità, uno dei cardini della nostra regione, non sono stati fatti passi avanti. Basti pensare che le riforme avevano il disaccordo del 77 per cento dei medici. Questo dice tutto: se fai una legge devi dialogare con chi dovrà metterla in pratica, per ottenere il loro consenso. Anche perché il successo di quella legge deriverà da chi la utilizza».

Il resto dell'intervista sul numero del Giornale di Lecco in edicola domani, lunedì 22 gennaio

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