Amministrative 2019: la Lega scalpita ma il quadro è ancora liquido, anzi liquefatto

Nel Lecchese per le amministrative di questa primavera si amplia il divario tra il Carroccio e il resto del centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Amministrative 2019: la Lega scalpita ma il quadro è ancora liquido, anzi liquefatto
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Niente di fatto e niente di calmo nel centrodestra lecchese in vista delle elezioni  amministrative 2019. A tracciare la rotta, addirittura su quelle del Comune di Lecco del 2020, la senatrice Antonella Faggi: "la Lega va da sola". E così, anche per le amministrative di questa primavera si amplia il divario tra il Carroccio e il resto del centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Le richieste della Lega sono praticamente a 360 gradi: tutti i candidati sindaci a noi, e se volete vi aggregate.

Amministrative 2019: la Lega scalpita

Così nelle principali disfide: Oggiono, Valmadrera, Merate e Casatenovo. Ma un certo arrembaggio anche in paesi più piccoli, come Bosisio Parini, dove piccoli Salvini in erba come Paolo Gilardi pretendono candidature improbabili. Insomma, a tutta prima, quella che si direbbe una polveriera dove l’unico a trarne profitto (vedasi Lecco 2015) sarà il Pd e il suo storico radicamento amministrativo.

Valmadrera

A Valmadrera, tanto per iniziare. Dove Guido Villa, Livio Dell’Oro e Christian Piani, i veri e autorevoli tessitori del centrodestra alternativo alla satrapia Rusconi/Anghileri/Perego, sono andati su tutte le furie dopo che Lega e Forza Italia hanno provato a mettere il cappello al meticoloso tentativo di costruire una lista di alternativa al governo degli ultimi 20 anni, civica e di base larga, unica possibilità per provare a vincere. E qualcuno, suscitando il sorriso sereno e beffardo di Antonio Rusconi, continua a parlare di un Flavio Nogara candidato sindaco, contro il parere dello storico riferimento leghista valmadrerese Castagna.

Oggiono

A Oggiono invece  la richiesta del sindaco uscente onorevole Roberto Paolo Ferrari (“la città rimanga leghista”) pare prenda forza dentro il Carroccio, puntando sulla figura della Debora Acerbi (a quanto dice la sezione locale) o di Pucci Ceresa (a quanto dice la sezione provinciale). Ma pare anche che questa richiesta porterà ad una rottura con tutta la componente civica che vuole come sindaco Lamberto Lietti, che gli ha ufficializzato nel fine settimana pieno sostegno dopo che lui ha sciolto le riserve.

Merate

Stesso disco rotto dalle parti di Palazzo Tettamanti a Merate: il sindaco lo vuole la Lega, continua a dire Massimo Panzeri, avendo maturato in cuor suo la scelta di volersi candidare  ma se e solo se c’è il centrodestra unito. Non fa i conti con una componente civica forte (quella di Più Merate) che assieme a Forza Italia ha tutte le carte in regola per rimettere in piedi una bella lista trasversale che provi a ripetere il successo del 2014, in barba ai voti di partito: c’è già il nome del candidato (Massimiliano Vivenzio) e quelli della lista pronti, nel caso in cui l’atteggiamento della Lega dovesse continuare ad apparire ai loro occhi arrogante e non equilibrato.

Il quadro è ancora liquido, anzi liquefatto

Insomma, quello che si sarebbe dovuto chiudere in poche settimane appare più che liquido, liquefatto. Pareva ci fossero le condizioni, dopo una parentesi di 5 anni, per un centrodestra normalizzato, ma non si facevano i conti con il panorama nazionale di una lega fortissima, con qualche ambizione personale di impazienti aspiranti politici “senza corona e senza scorta” (per dirla con faber) e con qualche rancore non sopito.

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