Quale Europa vogliamo: il manifesto di Confcommercio

Il presidente Antonio Peccati mette in evidenza i temi principali su cui vuole soffermarsi l'associazione

Quale Europa vogliamo: il manifesto di Confcommercio
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La centralità del tema Europa per Confcommercio Imprese per l'Italia è nota da tempo. In vista delle prossime elezioni l'associazione ha realizzato un apposito documento dal titolo "Quale Europa vogliamo, per quale Europa lavoriamo". Una scelta subito sposata e rilanciata anche da Confcommercio Lecco, come spiega il presidente Antonio Peccati: "Secondo i dati Eurostat, l’economia dell’UE poggia la sua base produttiva, pur tenendo conto delle specifiche differenze, su una rete diffusa di imprese che, escludendo dal totale agricoltura e comparto creditizio-assicurativo, operano per oltre il 76% nei servizi. Si tratta di un macro-settore che, grazie alla sua espansione, ha acquisito un ruolo ormai cruciale nella creazione di impiego e nella promozione dello sviluppo locale, con un valore aggiunto che quota il 59,3% sul totale dell’economia della UE". Se quindi in Europa il 76% delle imprese opera nel terziario di mercato ed esprime un valore aggiunto pari al 59,3% del totale dell'economia continentale è evidente che "l'Europa debba essere capace di tutelare e valorizzare il terziario di mercato avendo come obiettivo primario il miglioramento della crescita economica e imprenditoriale, della competitività e dell'occupazione".

Quale Europa vogliamo: il manifesto di Confcommercio

Il presidente Peccati, che aveva toccato il tema dell'Europa anche in apertura della sua relazione in occasione della assemblea generale di Confcommercio Lecco, condivide la riflessione di Confcommercio Imprese per l'Italia che fotografa alla perfezione il contesto attuale: "L’Europa ha realizzato un unico spazio di libertà e pace tra i popoli, un grande e libero mercato per le imprese. Ma non ha trovato le misure adeguate ad affrontare la crisi economica. E’ cresciuta nell’opinione pubblica una valutazione negativa sul processo europeo e sul lavoro delle sue istituzioni, con una diffusa sensazione di difficoltà ad assumere decisioni adeguate alla velocità contemporanea, a cominciare da quelle sui flussi migratori. Senza dimenticare poi disposizioni e regolamenti vissuti spesso come puro aumento di oneri burocratici".

Il presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia Carlo Sangalli

Perché l’Europa continui nella sua vocazione storica non basta "effettuare un richiamo astratto agli ideali, ma occorre intervenire in modo concreto attuando riforme e politiche efficaci per contrastare la disgregazione e la sfiducia". Per ottenere dei risultati, secondo il presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia Carlo Sangalli, servono da un lato una Europa capace "di declinare con coraggio e competenza grandi temi economici, politici e sociali" e una Italia in grado di rivestire un ruolo "da protagonista, con senso del futuro, dove lo spirito critico diventa uno strumento per migliorare il futuro dei cittadini e delle imprese". "Ha fatto bene il presidente Sangalli a evidenziare che è un dovere per una grande organizzazione di rappresentanza d’impresa di uno Stato fondatore come Confcommercio confrontarsi - senza pregiudizi - sui i temi cruciali del nostro tempo: dalle politiche di riequilibrio territoriale, alla sfida dell’economia globale, al tema dei flussi migratori. La nostra convinzione risiede nelle potenzialità delle imprese del terziario e nel ruolo di chi costruisce capitale sociale, culturale, imprenditoriale".

Otto sfide politiche

Proprio per rilanciare il progetto europeo nel corso della prossima legislatura, Confcommercio ha evidenziato otto sfide politiche generali: migliorare il processo decisionale europeo; realizzare un coinvolgimento attivo e adeguato delle parti sociali; costruire una governance europea multilivello per dare piena attuazione al principio di sussidiarietà; riforme per puntare alla crescita; rafforzare le politiche di coesione; regole più semplici per i finanziamenti europei e maggiore attenzione agli interessi delle imprese; potenziare gli strumenti per promuovere l’internazionalizzazione delle Pmi europee; decidere in Europa le politiche migratorie.

Ma l'analisi di Confcommercio non si ferma qui, perché va oltre e punta su sette politiche trasversali, sulle quali "chiediamo l’impegno dei prossimi rappresentanti italiani nelle istituzioni europee, per costruire un’Europa più vicina a cittadini e imprese - conclude il presidente Peccati - Nelle prossime settimane presenteremo nel dettaglio queste sette azioni: ci aspettiamo delle risposte da quanti si candidano a rappresentare il nostro territorio e ci auguriamo un confronto serrato e approfondito rispetto a quelle che sono le nostre proposte. Come Confcommercio abbiamo le idee chiare su cosa serva all'Europa".

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