Una serata di riflessione su Tino Vaglieri

Organizzata a Lecco dal Centro culturale Alessandro Manzoni e dalla Galleria Bellinzona.

Una serata di riflessione su Tino Vaglieri
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Una serata di grande spessore culturale e artistico, organizzata dal Centro culturale Alessandro Manzoni e dalla Galleria Bellinzona, per riflettere sulla Morte del Minatore di Tino Vaglieri. L'appuntamento è per domani, lunedì 18 marzo, alle 20.30 alla Galleria in via Azzone Visconti a Lecco e quindi, alle 21, nella sala conferenza dell'Unione industriali di via Caprera.

Una serata su Tino Vaglieri

“Morte del Minatore”, realizzata in un solo giorno nell’agosto del 1956, è una delle più straordinarie opere di Tino Vaglieri, ed è attualmente esposta presso la Galleria Bellinzona di Lecco, culmine della mostra “Tino Vaglieri. Dalla Sicilia a Marcinelle. Estate 1956”. È il grido disperato e doloroso, e insieme assetato di risposte, di un grande artista interrogato e provocato dalla tragedia immane della miniera di carbone di Marcinelle, in Belgio, dove una esplosione di gas fa strage di minatori.

Un grande evento culturale

Sarà una grande serata culturale, quella di domani, lunedì 18 marzo, per iniziativa della Galleria Bellinzona e del Centro culturale Alessandro Manzoni, grazie in particolare al contributo della professoressa Laura Polo D’Ambrosio, docente al Liceo classico Manzoni di Lecco, studiosa di storia dell’arte e critica apprezzata ben oltre i confini della nostra città, curiosa e attenta investigatrice del valore comunicativo e del significato dell’opera d’arte e del mondo del suo autore. Sarà una riflessione a tutto campo, al centro quella “Morte del Minatore” che tanto deve alla “Crocifissione” cinquecentesca di Grunewald, oggi esposta nel Museo Unterlinden di Colmar, in Alsazia: una Crocifissione che ha segnato in profondità l’arte moderna e contemporanea, anche quella apparentemente lontana dai temi religiosi ma certamente appassionata all’uomo, al suo dolore, alla sofferenza, al loro significato in ogni singola esperienza umana. Davanti a tanto dolore, davanti all’orrore, “cosa può fare l’uomo - sottolinea Laura Polo D’Ambrosio - se non trovare un modo per permettere la rigenerazione dell’umano tra le ceneri? L’artista deve opporre resistenza all’idea che tanto così va il mondo… La salvezza - aggiunge la professoressa Polo citando Elias Canetti - consiste nel non voltare il capo” davanti a tutti gli orrori che incombono sull’umanità.

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