Inaugurata “Someanza (o del Trovante)” seconda tappa della personale di Gaetano Orazio

La mostra è stata inaugurata  nella sede  di Api lo scorso giovedì 19 settembre e rimarrà aperta sino al 18 ottobre.

Inaugurata  “Someanza (o del Trovante)” seconda tappa della personale di Gaetano Orazio
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Seconda tappa per  la mostra itinerante “Someanza ( o del Trovante)”  di Gaetano Orazio. La personale è stata inaugurata  nella sede  di Api lo scorso giovedì 19 settembre e rimarrà aperta sino al 18 ottobre.

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“Someanza ( o del Trovante)”

La mostra è il punto d’incontro di due “percorsi” : da un lato quello dell’artista che dopo 25 anni di ricerca ha finalmente trovato il suo “committente” ed ha “chiuso un cerchio”; dall’altro quello di Api che da tempo si dedicata ad attività di promozione culturale sia con l’organizzazione di  eventi che in partnership con altre agenzie culturali.

“Crediamo che la cultura risponda ad una domanda di senso che gli imprenditori, che le persone, hanno – spiega Mauro Gattinoni, direttore di Api –Ho conosciuto Gaetan in quest’occasione  e prima ancor d’essere un artista è una persona dalla delicatezza e dalla sensibilità straordinarie. Abbiamo concordato che esporre qui, nella sede di un’associazione frequentata da imprenditori, ma anche da corsisti, impiegati ed operai fosse una felice coincidenza, considerata la sua biografia”.

Gaetano Orazio

Gaetano Orazio è infatti sostanzialmente autodidatta, ha cominciato a dipingere dopo essersi trasferito dal Sud in Brianza, dividendo il suo tempo tra la fabbrica e le rive del rio Toscio dove dipingeva e da cui si sentiva irresistibilmente attratto.

Nei suoi quadri s’avverte la ricerca inesausta di una “somiglianza”, l’attrazione potente verso gli elementi della natura. Lentamente nei sui quadri prende forma una figura antropomorfa, una presenza che evolve dal profilo della castagna d’acqua, dal gioco delle ombre sul corno Birone. Per 25 anni Gaetano Orazio ricerca, sperimenta, s’abbandona ad una fanciullezza primitiva, sciamanica, fino a quando, per caso, rintraccia in un punto preciso del Corno Birone la sagoma che emergeva nei suoi quadri. Il “trovante”. La mostra di Gaetano è un viaggio che non potete perdere.

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