Perego Strade nelle carte del crac Banca Etruria

L'ex revisore dei conti della fallita società di Cassago Brianza è socio di una immobiliare che deve 4,5 milioni di euro all'istituto aretino.

Perego Strade nelle carte del crac Banca Etruria
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Nelle carte del crac Banca Etruria compare anche il nome della Perego Strade.

Il nesso con il crac Banca Etruria

Il nesso tra l'istituto aretino e l'impresa brianzola - salita alla ribalta delle cronache sette anni fa perché controllata dalla 'ndrangheta -  è l'Immobiliare Milano srl. La società risulta debitrice di Etruria per 4,5 milioni. Ebbene uno dei soci è Adriano Cecchi, già revisore dei conti e membro del collegio sindacale della fallita Perego Strade.  Note le vicissitudini di quest'ultima, al centro delle maxi inchieste della Dda di Milano ("Infinito" e "Tenacia") sulla compenetrazione della criminalità organizzata calabrese in Lombardia e in Brianza. Cecchi non è mai stato indagato in relazione a queste vicende. I suoi affari avrebbero però incrociato quelli di Giovanni Barone, condannato lo scorso ottobre  a otto anni e sei mesi, oltre che ad un risarcimento di più di un milione di euro alle aziende coinvolte nel fallimento  della Perego.

Il caso Perego Strade

Barone, ragioniere romano, era stato chiamato da Andrea Pavone, braccio destro del titolare Ivano Perego, per risollevare le sorti dell'impresa cassaghese operante nel settore degli scavi e realizzazioni viabilistiche. Il suo business-plan per il risanamento sarebbe stato presentato in concomitanza temporale con l'affitto della Perego Strade alla Perego General Contractor sr. Il controllo dell'azienda, come ha dimostrato l'inchiesta, era già in mano agli uomini di Salvatore Strangio. Il boss al quale è stata confermata in appello la condanna a 12 anni di carcere nel processo scaturito da «Infinito» e «Tenacia» - operava nell'ombra.

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