Parco Adda Nord | Respinto il ricorso di sindaci e provincia contro il commissariamento

L'assessore Terzi: "Ora i sindaci rendano conto ai cittadini dei soldi pubblici spesi per impugnare un atto di trasparenza e legalità".

Parco Adda Nord | Respinto il ricorso di sindaci e provincia contro il commissariamento
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Il Tar lombardo ha respinto il ricorso contro il commissariamento del Parco Adda Nord deciso dalla Regione. La prima a commentare la sentenza, con evidente soddisfazione, è l'assessore regionale Claudia Terzi, all'epoca titolare della delega all'Ambiente.

Parco Adda Nord commissariato

Il ricorso era stato presentato un anno fa. Otto Comuni che fanno parte del  Parco Adda Nord (tutti a guida centro sinistra)  e la Provincia di Bergamo avevano impugnato la delibera di Giunta regionale con la quale il 9 ottobre 2017 era stato destituito il presidente Benigno Calvi (in carica da pochi mesi) e il nuovo Consiglio di Gestione dell’ente, con conseguente nomina di un commissario straordinario.

“Gli accertamenti svolti da Arac – aveva ribadito allora Claudia Terzi a motivazione dell'atto – hanno rilevato molteplici irregolarità, sia amministrative sia contabili, riconducibili all’attività dell’Ente negli ultimi anni. In particolare, le infrazioni riscontrate si riferiscono, soprattutto, alla violazione delle procedure di acquisizione del personale, all’affidamento di incarichi e di aggiudicazione di appalti di servizi e forniture; alla carente motivazione nei provvedimenti amministrativi e all’omessa redazione dei contratti in forma scritta. Tanto che le risultanze dell’indagine sono state inviate per competenza alla Procura, all’Inps, all’Arac, giusto per citarne alcuni”.

Gli otto sindaci del Pd firmatari del ricorso

Cassano d’Adda (Mi), Airuno (Lc), Calco (Lc), Olginate (Lc), Lecco, Paderno d’Adda (Lc), Verderio (Lc), Solza (Bg): questi i Comuni firmatari del ricorso contro un atto ritenuto "illegittimo". “La Giunta ha sostituito con il commissario un Consiglio nuovo, eletto da pochi mesi, dopo un rinnovo pari al 50% dei componenti e dove erano rimasti solo due consiglieri leghisti  – aveva riassunto Agostino Alloni, consigliere regionale del Pd e componente delle Commissioni Ambiente e Agricoltura – A conti fatti l’unica continuità è rappresentata dai due consiglieri di espressione della Lega, ovvero il partito dell’assessore Terzi. Poi, per nascondere queste decisioni quanto meno originali, getta la croce addosso a un partito perché quei sindaci si sono seccati di venire trattati così”.  "La Regione ha deliberato un atto tanto importante e grave senza mai sentire l’assemblea dei sindaci, senza condividere nulla con loro o coinvolgerli in questa decisione, quando questo è un organismo fondante per un parco – ha concluso –  Forse perché non più tardi di tre mesi prima, l’assemblea stessa aveva manifestato praticamente all’unanimità il sostegno al nuovo presidente e al nuovo Cda. Perché la Terzi non ne ha mai tenuto conto?”

Terzi: "Solo campagna elettorale"

Dal canto suo Terzi aveva bollato l'iniziativa come campagna elettorale. Si era alla vigilia dell'appuntamento elettorale del 4 marzo scorso. "Per qualcuno il modo migliore per cercare di ottenere visibilità politica è quello di fare ricorso contro una delibera della Giunta Maroni” aveva dichiarato l'assessore lumbard. "Posso capire che  in tempi di vacche magre, possano fare comodo anche i soldi del gettone di presenza – aveva argomentato – Ma che alcuni sindaci del Pd cerchino di difendere l’indifendibile mi sembra quantomeno assurdo. Ricordo che i soldi gestiti dai parchi derivano da contributi pubblici, regionali, comunali e provinciali, di tutti i cittadini, quindi. Per questa ragione vanno tutelati, con la massima trasparenza. Visto che chi rappresentava il parco non è stato in grado di vigilare, è giusto che se ne verifichi la responsabilità e laddove dimostrata ne paghi le conseguenze, fino in fondo, senza se e senza ma”.

Terzi : "Giustizia è fatta"

A distanza di un anno ecco il provvedimento del Tar, che dà ragione alla Regione e torto ai sindaci.

"Ora i sindaci rendano conto ai cittadini dei soldi pubblici spesi per impugnare un atto di trasparenza e legalità. Da assessore all’Ambiente, nella scorsa legislatura, avevo commissariato la gestione del Parco Adda Nord in seguito alle verifiche svolte da Arac che avevano rilevato molteplici irregolarità amministrative e contabili. Nonostante le gravi risultanze dell'accertamento di Arac, i sindaci del Pd avevano cercato di difendere i compagni di partito e di cadreghe coinvolti. Giustizia è fatta".

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