‘Ndrangheta e corruzione, un perito lecchese nell’inchiesta

Nella maxi-operazione di Finanza e Carabinieri figurano ben 95 indagati. Emesse 43 misure cautelari, 12 delle quali in carcere. Ecco chi è il lecchese

‘Ndrangheta e corruzione, un perito lecchese nell’inchiesta
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‘Ndragheta e corruzione: fa ancora discutere, anche sul territorio, la maxi-operazione di Finanza e Carabinieri scattata in Piemonte e Lombardia.

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Perito lecchese nell’inchiesta

C’è anche un perito industriale lecchese tra le persone che sono finite nella rete degli inquirenti che hanno dato corso, dall’alba di oggi – martedì 7 maggio – a una maxi-operazione finalizzata a contrastare i rapporti tra la criminalità organizzata e politici, amministratori pubblici e imprenditori.

Chi è

Si tratta di Alexandre Henri Bonini, nato in svizzera il 7 dicembre del 65, residente a Perledo. Bonini risulta coinvolto come "beneficiario consapevole"  nel reato di turbativa d'asta per il quale sono indagati, oltre a lui, altre cinque persone, quasi tutte in posizioni apicali in Accm Spa: Gioacchino Cainiello (funzionario), Laura Bordonaro (presidente del CdA), Alberto Bilardo (consigliere di amministrazione) e Paola Rossi (direttore generale) e Mauro Tolbar (in qualità di intermediario). Accam Spa (ovvero Associazione Consortile dei Comuni dell'Alto Milanese) è l'ex consorzio che associa i comuni di Busto Arsizio, Gallarate, Legnano, Nerviano e Samarate e che si occupa di gestione del ciclo dei rifiuti. Secondo gli inquirenti gli indagati si sarebbero accordati tra loro per predisporre un bando di selezione personale fatto su misura per Bonini. Quest'ultimo risultò di fatto l'unico ammesso alla prima prova d'esame del concorso indetto per assumere in Accm,a tenpo determinato (12 mesi)  un impiegato tecnico con funzioni di responsabile inquadrato con stipendio a livello Q.


‘Ndrangheta e corruzione: l’operazione

La maxi-operazione di Guardia di Finanza e Carabinieri, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che è scattata alle prime luci dell’alba di oggi si è conclusa con un risultato “importante”, dalla Lombardia e e fino al Piemonte compreso. Sono 95 gli indagati, 43 le persone sottoposte a misura cautelare, 12 delle quali in carcere. Si tratta del blitz condotto dai militari della Guardia di Finanza di Varese e dell’Arma dei carabinieri di Monza-Brianza che ha coinvolto, in tutto, circa 250 operatori delle forze dell’ordine.

Nei guai anche diversi politici, fra loro Pietro Tatarella candidato di Forza Italia alle Europee e consigliere comunale a Milano e Fabio Altitonante sottosegretario e consigliere in Regione. Le accuse: associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, e finalizzata al compimento di plurimi delitti di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abusi d’ufficio.

LOMBARDIA

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TOSCANA

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PIEMONTE

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