Sesso con animali: Enpa non perdona il prete di Lodi

Mentre don Marco Scandelli parla di strumentalizzazione del suo post e si sente vittima di fake news, l'Enpa passa alle vie legali.

Sesso con animali: Enpa non perdona il prete di Lodi
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Sesso con animali: dopo la denuncia dell’Aidaa scende in campo anche l’Enpa contro Don Scandelli.

Sesso con animali

Don Marco Scandelli è un sacerdote 38enne nato a Lodi e operante, al momento, nella parrocchia di Borgo Maggiore di San Marino. Qualche giorno fa si è scatenata una bufera – con conseguenze legali – in seguito a un suo post di Facebook nel quale proponeva una ricetta anti pedofilia. Al posto che sfogare i propri istinti sui bambini sarebbe meglio, per esempio, farlo sugli animali: che tanto nessuno ne resterebbe traumatizzato.

Strumentalizzazione

Dato che ora, il prete, asserisce di essere stato strumentalizzato e travisato per correttezza di informazione riportiamo l’originale messaggio, in modo che ognuno possa leggerlo e trarne le obiettive conclusioni.

“Se un prete sente delle “necessità fisiche”, piuttosto (scusate il paradosso) si trovi una donna (o un uomo) consenziente o maggiorenne. Al limite anche un animale. Sono pur sempre peccati ma non scandalizzano e non traumatizzano, non deviano gli innocenti”.

L’Enpa sul piede di guerra

L’Enpa non intende far passare in sordina l’accaduto, nonostante sparuti gruppi online di difensori del religioso, anche l’opinione pubblica pare compatta nel ritenere gravissime e preoccupanti tali asserzioni, con l’aggravante che sono state pronunciate da un uomo di chiesa. Con queste parole l’associazione a difesa degli animali ha deciso di proseguire legalmente: “La posizione espressa da Don Scandelli, che definire “provocatoria” o “paradossale” è del tutto fuori luogo, oltre ad essere inaccettabile da un punto di visto morale ed etico, potrebbe configurare un reato: quello di istigazione a delinquere. Per questo stiamo valutando come procedere contro di lui, eventualmente anche a San Marino».

“Disgusto per le pratiche citate”

“Lasciando da parte il disgusto associato alle pratiche citate da Don Scardelli – disgusto unanimemente condiviso – al parroco giova ricordare che, non essendoci e non potendoci in alcun caso esssere l’elemento del consenso, la zooerastia è sempre violenza ai danni di un altro essere vivente. Nell’ordinamento italiano – ad esempio – i rapporti sessuali con animali pur non essendo espressamente previsti come fattispecie penale, rientrano comunque nella “macro-area” del reato di maltrattamento, e come tali sono perseguibili. Resta da capire cosa abbia spinto un sacerdote, cioè un ministro di Dio, che proprio per la sua missione sacerdotale dovrebbe usare misura e moderazione nelle sue esternazioni pubbliche, a dare spazio ad una pratica tanto aberrante. “Cerco di fare uno sforzo di ottimismo pensando che il parroco sia rimasto vittima di un colpo di calore, stante le elevate temperature di questi giorni. Anche perché – dichiara la presidente nazionale di Enpa Carla Rocchi – non voglio credere che abbia inteso dare voce a personali classifiche di valutazione relative allo stupro”.

La difesa del Don

Don Marco pare non aver colto il punto della questione, perché in un suo post successivo – rigorosamente affidato a Facebook – arriva a chiedere rispetto per le sue battaglie in quanto il consiglio di fare sesso con un animale faceva parte della sua ricetta antipedofilia.

“Che meraviglia!

Un mio post, nel quale condannavo fermamente la pedofilia e mi indignavo contro i sacerdoti che compiono queste azioni schifose, è invece stato volutamente strumentalizzato. E così, un prete che dice quello che pensa contro un’aberrazione, viene messo sotto accusa. Questa è informazione? Questo è amore della verità? Mi si fanno dire cose che io non ho minimamente pensato, distorcendo un paradosso (peraltro segnalato nel mio post) con il quale volevo far capire il mio disgusto assoluto per la pedofilia, oltreché per altre aberrazioni.

#noallapedofilia
#noallefakenews
#noallaviolenzasuglianimali

Mi auguro solo che il motivo che spinge questa gente a fare ciò che sta facendo nei miei confronti non sia quello di denigrare la mia persona o ancor di più la Chiesa che con Papa Francesco sta dando una bella sferzata. O, peggio ancora, cercare di isolare un sacerdote che ha preso una posizione forte contro la pedofilia.

A chi combatte certe cose dovrebbe almeno tributarsi un po’ di rispetto.
E silenzio.”

Conclude infine tirando in balle le fake news, refugio peccatorum molto in voga negli ultimi tempi, non c’è che dire.

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