Primo Maggio | Brivio: "Dignità e solidarietà per il nuovo volto del lavoro"

Il sindaco: "Lecco ha fatto della cultura del lavoro il cardine del proprio impianto sociale, economico e civile".

Primo Maggio | Brivio: "Dignità e solidarietà per il nuovo volto del lavoro"
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Inizierà alle 14.30 il calendario di manifestazioni promosse a Lecco in ocasione del Primo Maggio (clicca qui per il programma completo). In occasione di questa festa dei lavoratori dedicata al delicato tema della sicurezza sul lavoro, il sindaco di Lecco ha compiuto alcune riflessioni che pubblichiamo integralmente.

Il Primo Maggio nelle parole del sindaco di Lecco

In questa burrascosa temperie politica, per la quale è bene non azzardare previsioni perché legata a categorie desuete e a prassi sconosciute, c’è un tema che torna puntualmente quando, per fortuna, si passa dalla logica degli schieramenti ai programmi. La parola che voglio sottolineare è LAVORO, nella sua piena accezione e nelle sue declinazioni legate alla stagione che stiamo vivendo. Non è questa la sede per discutere ricette, ma semmai per riaccendere la tensione sul tema cardine dello sviluppo economico del nostro Paese e insieme sul delicatissimo passaggio delle ingiustizie sociali. E nell’inquietudine che permane, figlia di una crisi che ancora morde e che vede larghe fasce di popolazione (donne, cittadini di mezz’età e soprattutto giovani) a diverso titolo segnati nella loro vita da una sorta di precariato presente e futuro.

Lecco e l'etica del lavoro

Ne parlo da una città e da un territorio che ha fatto della cultura del lavoro il cardine del proprio impianto sociale, economico e civile. Qui si è lavorato sodo, si sono messe le basi per consegnare il benessere a stati sociali i più vasti possibili. L’imprenditore e l’operaio a remare sulla stessa barca e, con la fatica e l’ingegno, traguardare comuni orizzonti. E’ inutile l’esercizio di chi pesca nel passato per umiliare il presente e per raffronto ormai improponibili. Certamente resta una genetica del lavoro che qui più che altrove permea le attuali generazioni. I rapporti sociali, le relazioni tra le istituzioni, le forze economiche, il sindacato, sono profondamente  mutati e se non si colgono le differenze non si riuscirà a elaborare una nuova cultura del lavoro. Il posto fisso del passato non è più il presidio dall’incertezza e lo scudo per affrontare la vita. In altri Paesi, mediamente un individuo cambia mestiere anche quattro volte nella vita: è un modello a noi lontano e non è detto che sia un valore aggiunto, ma di sicuro ci si deve muovere in ottica di duttilità che vada di pari passo con le profonde metamorfosi del nostro tempo e la necessità di nuovi strumenti di tutela.

Dignità e solidarietà

 

Accanto ai temi tradizionali che vanno doverosamente ricordati nella Festa del 1° Maggio – penso su tutti alla sicurezza sul lavoro, con i numeri diramati dai Sindacati che riferiscono di 3.600 infortuni sul lavoro nella nostra provincia nel 2017 e cinque incidenti mortali – dico che due categorie si debbano fondere per poter guardare con moderato ottimismo agli anni a venire: la dignità e la solidarietà. Se manca una di queste componenti significa che abbiamo preso la scorciatoia sbagliata e che la strada maestra è ancora un’utopia, mentre se il nostro approccio non sarà egoistico, forse anche queste amare stagioni non saranno trascorse inutilmente.

Virginio Brivio

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