Politecnico e imprese, insieme per un futuro a Lecco

Al campus di via Previati il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta ha incontrato questo pomeriggio gli stakeholders del territorio. Confronto aperto sui temi della formazione, del mismatch e degli investimenti in laboratori di ricerca dove declinare competenze e nuove tecnologie

Politecnico e imprese, insieme per un futuro a Lecco
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«Cinquanta imprese, le associazioni di categoria, le istituzioni e il Politecnico si sono confrontate, anche duramente in alcuni passaggi, sulle difficoltà che si hanno oggi nel nostro Paese, sulle politiche industriali e formative. Ma come sempre si è cercato di portare la discussione a terra». E’ il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, a sintetizzare il frutto dell’incontro che questo pomeriggio, venerdì, ha riunito i principali stakeholders lecchesi nel campus del Polo di Lecco. Un’occasione di confronto in vista della definizione del piano strategico di Ateneo 2020-22, per individuare e cogliere le istanze del territorio.

Il rettore del Politecnico incontra Lecco

«Il Politecnico è sul territorio lecchese e continua ad investire qua. Il campus è bellissimo, è il nostro fiore all’occhiello. Abbiamo parlato di laboratori, di costruirli qui in collaborazione con le imprese e con i grandi istituti di ricerca, perché diventino “laboratori emblematici” che possano essere attrattivi per chi avrà la competenza e la voglia di utilizzarli» ha spiegato il professor Resta.
Si è parlato di innovazione. «Cercheremo di portare qui una prima esperienza di polihub, il nostro incubatore che oggi è solo in Bovisa, per favorire la possibilità di fare start up e innovazione non soltanto a vantaggio di chi studia nel nostro ateneo, ma di tutti i giovani del territorio, che potranno così avere uno sportello e un supporto di competenze per fare impresa».

Il nuovo  "competence center"

Il Politecnico sta avviando a Milano il Made, un «competence center» la cui mission è operare la trasformazione digitale delle Pmi e dell’impresa italiana. «E’ importante perché permette alle aziende di essere sempre più competitive a livello internazionale. Sarà attivo nei prossimi mesi e c’è la possibilità, sia per le imprese, sia per il Politecnico, di provare a vedere come funziona. Nel caso in cui ci soddisfi, potremo costruirne un secondo qui a Lecco».

Il mismatch del mercato del lavoro lecchese

E’ inevitabilmente emersa la difficoltà, ormai cronica, di reperire figure professionali adeguate alle necessità delle imprese. «Ho detto chiaramente che il Politecnico si posiziona nell’alta formazione, non sforna periti, non abbiamo le risorse per farlo. Ma questo è un tema di politica nazionale questo. Non possiamo coprire qualunque ambito della formazione».

La sfida  dei laboratori

Tornando ai laboratori, «oggi averne è difficilmente sostenibile per un’impresa, ma anche per una singola università». «Ma se li costruiamo accessibili, aperti e condivisi, mettendoci competenze e studenti, avremo un capitale umano formato per quando entra in azienda - ha aggiunto Resta - A Lecco abbiamo grandi possibilità, penso alle grandi capacità nei settori della metalmeccanica, delle costruzioni e anche del food, come è emerso oggi. Ma ci sono anche nuove tecnologie. Il mondo dei dati, dell’intelligenza artificiale, della robotica, della stampante 3D. Declinare le competenze dei territori e le nuove tecnologie dei laboratori potrebbe essere una bella sfida».

Laboratori per trasformare la città

Il Politecnico oggi fa circa 120 milioni all’anno di autofinanziamento. «Siamo circa 1400 docenti, ciascuno porta più di 80mila euro all’anno, più del proprio stipendio, con collaborazioni di ricerca la maggior parte delle quali con le imprese. Il mismatch è perché non riusciamo a soddisfare tutte le esigenze, magari qualche impresa non è riuscita ancora a contattarci. Ma è certo che oggi l’Ateneo ha un dna a servizio delle imprese. Possiamo migliorare, certo. A servizio anche delle istituzioni. Oggi è stato sottolineato come spesso le istituzioni pubbliche, le grandi utility, dell’acqua, dei rifiuti, delle grandi fragilità del territorio nazionale, possono diventare dei laboratori a cielo aperto. Il laboratorio non è sempre chiuso tra quattro mura. La trasformazione di un pezzo di città, pensiamo ad una smart city, può essere un laboratorio dove i singoli ricercatori lavorano, le singole imprese possono mettere tecnologie e le istituzioni possono trarne vantaggio perché valorizzano servizi innovativi per trasformare le loro città».

Il padiglione dell'ex Maternità

Riguardo ai lavori di ristrutturazione dell’ex padiglione maternità (vecchio ospedale), «i lavori stanno procedendo bene. Abbiamo definito alcuni contenuti. L’archivio Badoni che vi troverà sede è una delle grandi opportunità anche per valorizzare la parte culturale. Oggi l’ingegnere deve essere sempre di più un ingegnere alla Leonardo, che unisce la tecnologie con le scienze sociali e umanistiche. Questo è un aspetto che intendiamo portare avanti. Nell’ex maternità abbiamo intenzione di mettere un laboratorio leggero: oggi le tecnologie permettono di fare a meno di infrastrutture importanti».

I progetti sulla Piccola

Concludendo «non mi sembra che ci sia il problema della progettualità, data l’effervescenza delle istituzioni, delle imprese, degli studenti e dei docenti del polo di Lecco. Il problema sarà quello della carenza di spazi».
A questo proposito c’è l’area della Piccola che il Comune di Lecco ha definitivamente acquisito. «Mi sembra che ci sia un accordo in fase di sviluppo che sta disegnando la trasformazione dell’area, che sarà un’altra possibilità di sviluppo. Non è un semplice trasformazione immobiliare, ma vocazionale come ha sottolineato il sindaco Virginio Brivio. Dobbiamo ragionare sulle prospettive future di quest’area».

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