Ospedale di Bellano: il sindaco Rusconi incontra il direttore generale Asst Manfredi

Sul caso intervengono Mauro Piazza di Forza Italia e Vanda Bono di Liberi e Uguali

Ospedale di Bellano: il sindaco Rusconi incontra il direttore generale Asst Manfredi
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Incontro in comune a Bellano oggi tra il consigliere regionale di Forza Italia e candidato alle elezioni regionali Mauro Piazza, il sindaco di Bellano Antonio Rusconi e il direttore generale dell'Asst di Lecco Stefano Manfredi in merito alla situazione dell'Ospedale di Bellano.  Nei giorni scorsi infatti, come sottolineato ieri dai  sindacati, si sono rincorse voci "circa la possibile prossima sospensione dell’attività situata al terzo piano a causa della carenza di Fisioterapisti". Voci che ovviamente hanno creato ansia e preoccupazione sia nei cittadini che negli amministratori locali.

Ospedale di Bellano: il punto di Piazza

“L’incontro è stato molto proficuo" sintetizza Mauro Piazza. "C’è stato un chiarimento definitivo sulla situazione del presidio di Bellano. Il direttore generale Manfredi ha quindi garantito che non vi sarà alcun depotenziamento della struttura. Anzi, nel corso della riunione, si è trattato inoltre  della modalità di realizzazione del nuovo presidio sanitario socio-territoriale che vedrà coinvolta la struttura dell’Asst”.

Per garantire il servizio riabilitativo attraverso il personale fisioterapista, in attesa del nuovo bando, l’Asst sta mettendo in campo tutti gli strumenti a sua disposizione.

La posizione di Liberi e Uguali

Sul caso è intervenuto anche Vanda Bono Candidata alla Regione Lombardia per Liberi e Uguali. Pubblichiamo integalmente la sua nota

E’ proprio vero che in campagna elettorale un sacco di gente, pur di guadagnare voti e consensi è disposta a dire e contraddire nella migliore tradizione sofistica. Ci riferiamo alle notizie che davano per imminente la chiusura di un reparto del Presidio ospedaliero di Bellano causa la mancanza di personale con la conseguente indisponibilità di 14 posti letto nella riabilitazione.

Subito si sono mescolate le carte e a noi, oggi in visita a Bellano per cercare di capire qualcosa di più, è stato detto che tutto è stato bloccato: sospiro di sollievo? Solo momentaneo, come una boccata di ossigeno da una bombola semivuota, ci sentiamo di aggiungere.

La storia

E vediamo di spiegare perché. Come si ricorderà l’Ospedale di Bellano è stato chiuso nel 1998 e riconvertito a solo presidio di riabilitazione con il mantenimento di alcuni servizi di base. Poco dopo sono stati investiti più di 10 milioni di euro per la ristrutturazione. Di fatto, l’edificio, su tre piani, con un potenziale di 70 posti letto, oggi, al primo e al terzo piano ospita al massimo 42-44 degenti per la riabilitazione e, al secondo piano, gli ospiti della psichiatria di Villa Mira, arrivati “temporaneamente” quattro anni fa; annessi all’edificio vi è un secondo stabile che era destinato al SERT e che da anni è chiuso, inutilizzato.

No all'accorpamento dei servizi

A nostro parere tutto ciò rappresenta uno spreco: la nostra visione della assistenza sanitaria non è quella di un accorpamento dei servizi con il potenziamento di un ospedale, in questo caso quello di Lecco, e il contemporaneo depotenziamento dei presidi e dei servizi sul territorio. Questa politica che ha visto negli anni lo smantellamento e la chiusura di numerosi servizi (ad esempio in via XI Febbraio a Lecco o a Oggiono) va a penalizzare i cittadini che usufruiscono dei servizi.

Le rassicurazioni non bastano

Ora si dice che la chiusura non ci sarà. Ma questa risposta non è sufficiente, perché lascia sempre nell’incertezza il presidio di Bellano per il quale, in un piano di ampio respiro che non disperda le risorse ma le utilizzi al meglio, occorre trovare una destinazione che non si limiti a pronunciare grida allarmanti di chiusura ma che identifichi con chiarezza, sul territorio, la sua funzione e lo sottragga ad una precarietà che è fonte di incertezza per i cittadini e per i lavoratori.

Potenziare e delocalizzare

Un piano del genere deve potenziare e delocalizzare il servizio pubblico, avviare una politica di impiego che faccia ripartire i concorsi per le assunzioni, insomma deve essere un piano di tutto rispetto e non una politica di navigazione a vista o emergenziale….altrimenti si finisce – siamo in regione Lombardia! – col favorire il privato! E le rassicurazioni pre-elettorali non servono a rassicurare un territorio che è già stato penalizzato con i precedenti tagli!

Vanda M. Bono

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