Il direttore Ats: "Il mio lavoro proseguirà nel segno della continuità"

Intervista al dottor Silvano Casazza che guida l'Agenzia di tutela della salute della Brianza.

Il direttore Ats: "Il mio lavoro proseguirà nel segno della continuità"
Pubblicato:
Aggiornato:

Il direttore Ats: “Il mio lavoro proseguirà nel segno della continuità”. Intervista a Silvano Casazza che dirige l’Agenzia di tutela della salute della Brianza.

Il direttore Ats Brianza

Classe 1957, originario di Cassano d’Adda, il dottor Silvano Casazza,  che ha recentemente nominato la direzione strategica, sino al 31 dicembre 2018 ha rivestito l’incarico di direttore sociosanitario dell’Ats della Città Metropolitana di Milano. L’abbiamo incontrato negli uffici monzesi dell’Ats in viale Elvezia.

Lei arriva da Milano, una realtà diversa da quella brianzola. Quali i pro e i contro riscontrati in questo primo mese di lavoro?

Sicuramente questo territorio è molto vivace e ricco di stimoli con una grande presenza di associazioni che operano in ambio sanitario. Medici di famiglia e pediatri, così come gli amministratori comunali, sono poi molto collaboranti. C’è una bella tradizione di collaborazione e integrazione sul territorio e questo costituisce sicuramente un vantaggio per chi, come me, viene a lavorare sulla cronicità. Anche all’interno dell’Ats ho trovato operatori competenti e motivati, i quali non aspettano che qualcuno risolva loro i problemi ma piuttosto propongono soluzioni. Difetti per il momento non ho trovati.

Quali i primi passi che ha fatto?

Si va in continuità con quanto è stato fatto da chi mi ha preceduto, perché noi direttori siamo degli staffettisti: prendiamo il testimone e portiamo avanti sul territorio progettualità e iniziative specifiche, già sviluppate. Successivamente cercherò di capire la necessità di eventuali cambiamenti e in quel caso interverrò. E’ importante che noi, io e i tre direttori delle Asst brianzole, abbiamo già iniziato a lavorare di squadra, presentandoci al territorio come un sistema socio sanitario. Collaborando e condividendo progettualità sempre nell’ottica di rispondere alle esigenze del cittadino.

Ha riscontrato differenze tra Lecco e Monza, che fino a poco tempo fa davano vita a due Asl separate?

Sì, perché sono diverse le comunità; in entrambe ci sono ricchezze e le buone pratiche di un territorio possono quindi essere essere proposte e adattate all’altro territorio.

Fra i temi caldi c’è quello dei medici di famiglia: i pensionamenti rischiano di fare restare scoperta qualche zona? Anche con i pediatri si è registrato qualche problema, ultimamente anche nella città di Monza dove una dottoressa ha lasciato l’incarico…

Il problema del turnover di medici e di pediatri che sta tenendo banco sui media a livello nazionale è per il momento sotto controllo nella nostra Ats. A fine ottobre è stato pubblicato un bando per 31 posti, distribuiti tra l’area di Lecco (7) e quella di Monza (24), su un organico di 710 medici. Sono numeri molto bassi, che sottolineano l’eccellente copertura nella zona rispetto al trend nazionale. Si interviene in sostanza per trovare una soluzione quando ci sono situazioni particolari, per problemi contingenti. La situazione dei medici di medicina generale è monitorata anche dalla Regione, quest’anno sono ben 317 le borse di studio assegnate dal ministero in Lombardia, rispetto alle 100 del 2018. Vengono assegnate delle borsa di studio perché i medici devono seguire un corso di tre anni prima di diventare operativi. Un corso a numero chiuso che la Regione sta pensando di fare organizzare alle Ats in collaborazione con le Asst, così da introdurre già il medico di famiglia nelle attività territorio. Respira l’aria del Servizio sanitario regionale.

Un  tema caro ai cittadini quello dei tempi di attesa per gli esami. Quali le criticità? Cosa si sta facendo per migliorare le cose?

Abbiamo istituito il «Gruppo di miglioramento Tempi d’attesa» a fine 2018 per provare a risolvere il problema insieme agli altri soggetti del territorio, partendo dall’esperienza del Gruppo di miglioramento accessi al Pronto soccorso. Da quest’anno la Regione ha inserito dei correttivi. Tra le azioni che dobbiamo mettere in atto c’è una maggiore appropriatezza nelle prescrizione dell’esame. Fermo restando che sui tempi di attesa un notevole miglioramento si avrà anche con la presa in carico del malato cronico, che consentirà al medico di programmare e scaglionare le prestazioni. Evitando che un paziente si rivolga prima a uno specialista e poi a un altro per farsi prescrivere gli esami. La presa in carico impatterà in modo positivo sui tempi di attesa.

Abbiamo così introdotto il tema dei malati cronici, della loro presa in carico. Nella nostra Ats le cose sono andate meglio che altrove, giusto?

Nel nostro territorio l’adesione dei medici di medicina generale è stata superiore al 70%, la più alta della Lombardia. La presa in carico qui ha funzionato meglio grazie alle cooperative dei medici di medicina generale e alla collaborazione con gli erogatori. Ogni Ente in questa Ats si è impegnato per avviare questa novità. C’è stato un ottimo dialogo e ciò ha portato a un’alta adesione che fa ben sperare per il futuro.

Recentemente un sindacato di medici brianzoli e alcuni sindaci di Monza e Brianza rimarcavano che la parte socio-sanitaria della riforma non è stata sviluppata adeguatamente. Come risponde?

Il documento dei sindaci contiene delle osservazioni pertinenti ed è un contributo ad un miglioramento ai processi di integrazione. Noi abbiamo riscontrato che si vuole lasciare aperta la collaborazione verso l’integrazione e il percorso di presa in carico globale penso sia un percorso inevitabile, che è appena partito. La Regione Lombardia è la prima che lo sta affrontando a 360 gradi. La Riforma ha cercato di creare un dialogo tra ospedali e territorio, c’erano già delle buone esperienze e personalmente sono fiducioso.

Sempre alcuni sindaci, ma anche Comitati di cittadini, negli scorsi mesi hanno chiesto di rivedere la zonizzazione delle due Ats brianzole, anche perché tanti cittadini sono costretti oggi a fare lunghi percorsi per raggiungere i luoghi di cura. Come si pone di fronte a queste richieste?

So che il tema è all’attenzione dell’assessore regionale al Welfare e penso verrà affrontato a breve.

Per concludere: la missione dell’Ats è tutelare la salute. Monza e provincia sono una delle zone più inquinate d’Italia e l’inquinamento, sappiamo, è fonte di tante malattie. Oltre a promuovere sani stili di vita e pratiche salutari come i Gruppi di cammino e il Piedibus, cosa vi proponete?

Ci confronteremo con i Comuni per la redazione dei Piani di zona. Perché le scelte urbanistiche vanno ad impattare sulla salute. Devo dire che su questo punto le Amministrazioni comunali si sono mostrate molto sensibili e sono fiducioso, perché mi trovo a lavorare in un territorio ricco di stimoli ma anche di esperienze.

Seguici sui nostri canali