Dall'Argentina a Valgreghentino per incontrare lo "zio" Giovanni

Giovanni Anghileri 88 anni residente in via Postale Vecchia, che grazie a noi, del Giornale di Lecco, è riuscito a ricongiungersi con Juan Josè Arias.

Dall'Argentina a Valgreghentino per incontrare lo "zio" Giovanni
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L'incontro fra Juan Josè Arias e giovanni Anghileri è avvenuto grazie al Giornale di Lecco

Venerdì sera i due hanno finalmente potuto abbracciarsi

Il sangue non è acqua, recita un vecchio adagio. In barba alle distanze e al tempo che passa ritrovare un parente che si è a lungo cercato è sempre un’emozione grandissima. Ed è quello che ha provato venerdì sera Giovanni Anghileri 88 anni residente in via Postale Vecchia, che grazie a noi, del Giornale di Lecco, è riuscito a ricongiungersi con un lontano parente, Juan Josè Arias, 29 anni giunto dall’Argentina con la fidanzata Silvina, 38 anni, per incontralo. E’ stata una serata di festa e di ricordi e per tre giorni Josè è rimasto con i parenti ritrovati. Anzi a maggio dall’Argentina arriverà anche la madre Maria Ines Cameroni.

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L'indagine

Tutto era cominciato a settembre quando Anghileri, dopo una ricerca durata mesi, aveva chiesto l’aiuto del Giornale di Lecco per rintracciare i parenti in Argentina. L’88enne, padre di quattro figli, Ludovico, Mario, Tosca e Cristina, stava cercando i discendenti di una prozia, partita da Abbadia Lariana nel 1893. "Questa prozia si chiamava Bambina Sacchi, se ne andò con il marito Angelo Cameroni in Argentina. Era la sorella di mia nonna e non fece più ritorno in Italia. Tuttavia i contatti (per quanto difficili) vennero mantenuti fino agli anni Sessanta. Ritrovati in seguito grazie a un parente missionario ricevemmo l’ultima lettera nel 1985. La missiva era stata spedita da Tigre, Buenos Aires. Poi più nulla". E da Tigre è giunto Josè, con tanto di libro per mostrare le bellezze della sua città e una cartina dove ha indicato a Giovanni il luogo dove Bambina Sacchi ha vissuto per tanto tempo e dove ha cresciuto i suoi sette figli, proprio accanto al fiume che dà il nome alla città.

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Serata in famiglia

Quella di venerdì è stata una serata in famiglia, che è andata ben oltre le aspettative. Oltre ai figli (e a noi del Giornale) accanto ad Anghileri, c’erano la moglie Livia, il genero Cesare e le nuore Maria e Assunta. E poi c’era il nipote Nicolò che ha fatta da interprete anche se Josè l’italiano un po’ lo parla. "L’ho studiato a scuola" precisa. E’ insegnate di lingue, come la sua compagna, tifoso del Boca e... Belen Rodriguez non sa proprio chi sia. Per prima cosa nota le somiglianze con i componenti della famiglia: "Abbiamo lo stesso naso" dice ridendo. E’ un uomo di cultura, conosce la storia e parla con disinvoltura di politica. Cita papa Francesco e racconta del presidente argentino Mauricio Macri. E poi parla della crisi economica che ha colpito il suo Paese.

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Il racconto

"Alla fine dell’Ottocento - racconta - a Buenos Aires, la metà della popolazione era straniera e la gran parte di questi stranieri era italiana. La nostra lingua infatti contiene molte parole italiane: naso, birra... In Argentina sempre alla fine dell’Ottocento giunsero molti anarchici che realizzarono dei piccoli fast food o si sostenevano vendendo cibo nei banchetti lungo le strade. La peculiarità era che avevano dato ad ogni piatto un nome particolare che criticava clero, governo e istituzioni. Un fatto così fastidioso per i politici di allora che nel 1920 cercarono di cacciarli dal Paese".

E' giunto con dei doni

A cena a casa Anghileri, Josè, arriva con dei doni e chiama subito "zio" il padrone di casa. Con sè ha portato anche diverse foto che le ha consegnato la madre. Foto di Bambina e anche del nonno (figlio della capostipite) che a Tigrè aveva un bar. Il tour di Josè è continuato ieri, con una visita ad Abbadia Lariana, il paese dal quale partì Bambina Sacchi. E naturalmente un giro sul lago fino a Bellagio. Oggi, lunedì, per i due fidanzati sudamericani sarà la volta di un tour di Milano: il duomo, palazzo sforzesco, chiese, shopping. Purtroppo non è stato possibile prenotare la visita al cenacolo per vedere l’ultima cena. Ma ci saranno altre occasioni, questo è sicuro.

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