Coldiretti Como Lecco incontra il premier Conte

Oggi, martedì 7 maggio 2019 alle 14,30 alla Fiera di Milano.

Coldiretti Como Lecco incontra il premier Conte
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Il premier Giuseppe Conte parteciperà al Forum organizzato da Filiera Italia e Coldiretti a TUTTOFOOD dedicato all’agroalimentare Made in Italy oggi, martedì 7 maggio 2019 alle 14,30 alla Fiera di Milano all’Auditorium-Centro congressi stella polare Ingresso Fiera Porta sud. All’incontro ci sarà anche una delegazione di Coldiretti Como Lecco, guidata dal presidente Fortunato Trezzi e dal direttore Raffaello Betti.

Coldiretti Como Lecco incontra il premier Conte

Le imprese agricole italiane e i principali marchi dell’industria alimentare nazionale, riuniti in una storica alleanza, presenteranno domani al presidente del Consiglio una realtà da primato del Made in Italy nel mondo ma anche le criticità da affrontare ed i progetti di crescita da realizzare in Italia e all’estero. All’incontro parteciperanno il Presidente Nazionale di Coldiretti Ettore Prandini insieme al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’Assessore agricoltura e alimentazione della regione Lombardia Fabio Rolfi, il Presidente Fondazione Fiera Milano Giovanni Gorno Tempini, il Presidente dell’ICE Carlo Ferro, il Presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, il responsabile direzione CDP imprese Nunzio Tartaglia,  il Presidente del Comitato Scientifico di Filiera Italia Paolo De Castro oltre al Consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia. Il Presidente del Censis Giuseppe De Rita presenterà il primo studio su “Il valore della filiera italiana del cibo”. 

TUTTOFOOD

Filiera Italia e Coldiretti sono presenti a TUTTOFOOD con uno spazio innovativo nel Padiglione 1 – Stand A02 – B01 dove vengono smascherati gli ultimi casi più eclatanti di falso Made in Italy a tavola scovati in tutti i continenti con l’anteprima della mostra su “L’inganno nel piatto” con i rischi delle nuove guerre commerciali, dai dazi Usa alla Brexit, dall’embargo russo ai nuovi negoziati con i Paesi del Mercosur.

 Falso made in italy agroalimentare

E intanto sale ad oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. Un fenomeno che rischia di moltiplicarsi con le nuove guerre commerciali a partire dai dazi Usa nei confronti dell’Unione Europea con l’avvio, proprio in occasione dell’apertura di TUTTOFOOD, dell’indagine da parte del Dipartimento del Commercio Usa (USTR) che prevede l’audizione pubblica delle parti interessate e il successivo invio di considerazioni scritte sulle misure proposte dall’Amministrazione Trump entro la fine del mese.

Il posti di lavoro

A far esplodere il falso, che ruba all' Italia trecentomila posti di lavoro, è stata paradossalmente la “fame” di Made In Italy  all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost ma anche le guerre commerciali scaturite dalle tensioni politiche, come dimostra l’embargo russo, con un vero boom nella produzione locale del cibo Made in Italy taroccato, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin.

 Le esportazioni

Nonostante il record fatto segnare nelle esportazioni agroalimentari Made in Italy che nel 2018 hanno raggiunto il valore di 41,8 miliardi, oggi più di due prodotti di tipo italiano su tre venduti nel mondo sono falsi con il fenomeno del cosiddetto italian sounding che colpisce in misura diversa tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti. In realtà a differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono i Paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia.

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