Cannabis terapeutica a Lecco: lettera aperta al sindaco Brivio

Dopo la testimonianza di una infermiera dell’ospedale di Lecco si torna a parlare di Cannabis terapeutica a Lecco grazie ad una lettera aperta che Associazione per l'Iniziativa Radicale "Myriam Cazzavillan" ha scritto al sindaco Virginio Brivio.

Cannabis terapeutica a Lecco: lettera aperta al sindaco Brivio
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Dopo la testimonianza di una infermiera dell’ospedale di Lecco si torna a parlare di Cannabis terapeutica a Lecco grazie ad una lettera aperta che Associazione per l'Iniziativa Radicale "Myriam Cazzavillan" ha scritto al sindaco Virginio Brivio.

Cannabis terapeutica a Lecco: lettera aperta al sindaco Brivio

Pubblichiamo integralmente l'appello dei raficali

Gentile Sindaco Brivio,
lo scorso agosto la Regione Lombardia ha riconosciuto la rimborsabilità della cannabis terapeutica da parte del Sistema Sociosanitario Regionale.
Questo farmaco interessa oltre 20.000 persone in tutta Italia affette da malattie gravi - dai pazienti oncologici ai malati di sclerosi multipla, dagli infetti di HIV a chi è colpito dalla sindrome di Gilles de la Tourette - che necessitano di medicinali a base di cannabis per il trattamento sintomatico di supporto ai medicinali tradizionali.
Lo stabilimento farmaceutico militare di Firenze non è in grado di far fronte alla richiesta e per questo motivo il ministero della Sanità ha recentemente rafforzato le importazioni dall'Olanda come se il nostro territorio, che ebbe grandi canapifici, non avesse le caratteristiche per far crescere questa pianta e costringendo la coordinatrice del Partito Radicale Rita Bernardini alla disobbedienza civile: infatti chiedendo a gran voce il suo arresto ha distribuito ai malati cannabis da lei coltivata per porre il problema all'attenzione dei media e della politica.
Lecco e il lecchese sono il candidato ideale per rompere questo monopolio se il Governo desse il via libera alla coltivazione controllata della cannabis terapeutica nella nostra città si soddisferebbe la domanda proveniente da malati gravi, si creerebbero posti di lavoro incoraggiando gli imprenditori del settore agricolo che nel lecchese vedono un record di giovani che tornano alla terra per trovare la loro strada professionale.
E magari qualche fondo potrebbe proprio essere utilizzato per restaurare e mantenere antichi canapifici e cascine a scopo di promozione turistica.
Per realizzare questa proposta devono essere necessariamente coinvolti Coldiretti e gli altri operatori attivi nel settore agricolo lecchese ma è importante innanzitutto la sua disponibilità a confrontarsi con loro per fare al governo una proposta seria di rottura del monopolio dello stabilimento militare di Firenze.
Speriamo che lei stia accanto non tanto a noi ma innanzitutto ai malati e all'agricoltura lecchese in questa battaglia.


Distinti saluti,
Luca Arosio, iscritto al Partito Radicale
Gianni Rubagotti, Segretario Associazione per l'Iniziativa Radicale "Myriam Cazzavillan"

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