Beni confiscati alla mafia: in un documentario i casi di Lecco, Viterbo e Casal di Principe VIDEO

La storia del "fortino della mala" dove nel 1992 venne arrestato Franco Coco Trovato.

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A Lecco un ristorante dove prima c’era la ‘ndrangheta. Un terreno confiscato alla camorra in provincia di Viterbo dove fare inclusione lavorativa. Un nido in un immobile che era nelle mani del clan dei casalesi a Casal di Principe. Sono le tre storie del documentario “Un bene di tutti”: tre cooperative sociali, La Fabbrica di Olinda, coop Alicenova e coop Eva, che recuperano e restituiscono alla comunità edifici, aziende e terreni confiscati.

Beni confiscati alla mafia

Il documentario è promosso da Legacoopsociali e realizzato dal videomaker Stefano Cioni. E' stato ufficialmente presentato a Milano nella sede del bene confiscato ATS Occhi Aperti, nell’ambito del 7° Festival dei beni confiscati alle mafie promosso dal Comune di Milano. “Abbiamo scelto di partire dalle persone – dichiara Eleonora Vanni, presidente nazionale Legacoopsociali - che acquisiscono e recuperano i beni confiscati e li rimettono al centro del territorio. Un bene di tutti mette al centro coloro che restituiscono immobili, terreni e aziende sottratti alle mafie per creare comunità e occasioni di inclusione lavorativa. Su questi punti vogliamo aprire un dibattito con i soggetti istituzionali, il mondo accademico, il settore del credito e della cultura”.

La pizzeria della Legalità di Lecco

Il caso lecchese riguarda la pizzeria Fiore di via Belfiore Nel 1996 lo stabile ex Wall Street è stato confiscato alla criminalità. Proprio nella pizzeria venne arrestato 31 agosto del 1992 il super boss Franco Coco Trovato. Nel 2017  il "fortino della mala" restituito ai cittadini come pubblico esercizio dedicato all’inclusione sociale, alla promozione culturale e alla buona cucina.Un risultato reso possibile grazie ai promotori e ai sostenitori del progetto “I sapori e i saperi della legalità e dell’inclusione sociale”.

Un progetto di start up di imprenditoria sociale per l’avvio di un ristorante e pizzeria a Lecco, con particolare attenzione alla cultura della legalità, dell’accoglienza e dell’insediamento lavorativo di persone svantaggiate al quale hanno collaborato Agenzia Nazionale dei beni confiscati, Comune di Lecco, Regione Lombardia, Prefettura, Aler, Libera, Fondazione Comunitaria del Lecchese, Fondazione Cariplo e Unicredit Foundation.Il progetto è gestito dall’Ats – associazione temporanea di scopo – costituita da Olinda, Arci Lecco e Auser Lecco e si articola su tre livelli: imprenditoriale, sociale e culturale.

 

I dati

Secondo le risposte alla survey di Scs consulting del 2018 per Cooperare con Libera Terra e Legacoopsociali il 37% dei beni oggetto di assegnazione e gestiti dalle cooperative sociali si trovano in Sicilia. Seguono Calabria, Puglia, Campania, Lazio e Lombardia. Il 33% è in pessime condizioni al momento dell’assegnazione, soprattutto terreni e immobili confiscati. Le attività maggiormente svolte sui beni sono finalizzate all’ inserimento lavorativo (24%), alla produzione e allo sviluppo del territorio (23%) e alla promozione e aggregazione culturale (19%).

 

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