Autunno pazzo tra caldo, freddo e nubifragi: Coldiretti in Valsassina con il Dossier maltempo

Il documento presentato domenica scorsa fotografa le criticità e evidenzia la necessità di agire: “Tutelare l’agricoltura in un territorio fragile e non preparato alla tropicalizzazione del clima”

Autunno pazzo tra caldo, freddo e nubifragi:  Coldiretti in Valsassina con il Dossier maltempo
Pubblicato:
Aggiornato:

 Dall’inizio dell’autunno si contano 4 nubifragi al giorno con tempeste di pioggia, vento, trombe d’aria e grandine in Italia.

Autunno pazzo tra caldo, freddo e nubifragi

E’ quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati ESWD in relazione all’ultima ondata di maltempo da nord a sud della Penisola. Sono gli effetti di un clima pazzo in un autunno che, nelle province lariane, ha visto il termometro calare repentinamente negli ultimi giorni, dopo il caldo prolungato che ha ritardato la caduta delle foglie (ancora sugli alberi in questi giorni) e protratto la presenza delle fastidiose zanzare fino a pochi giorni fa.

LEGGI ANCHE Allerta meteo per rischio vento forte

Ma i nubifragi e  le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono anche su un territorio fragile e non preparato a fronteggiare la tropicalizzazione del clima, come ad esempio la Valsassina colpita la scorsa estate da ripetute e devastanti ondate di maltempo, con torrenti esondati, aziende e alpeggi isolati, paesi sfollati e gravi danni alle attività produttive.

LEGGI ANCHE

Grossa frana a Casargo in Valsassina: fiume di fango a Codesino FOTO ESCLUSIVE | IL PRIMO VIDEO DELLA COLATA DI TERRA

Emergenza maltempo: scene di devastazione da Premana, Primaluna e Dervio LE ULTIME FOTO

Dossier maltempo

Il maltempo in Valsassina è stato al centro del Dossier presentato domenica da Coldiretti Como Lecco, in occasione della Giornata interprovinciale del Ringraziamento: “I cambiamenti climatici  - si legge nel documento - hanno causato danni per 14 miliardi all'agricoltura italiana nell'ultimo decennio per l'alternarsi di eventi estremi, dai prolungati periodi di siccità alle violente ondate di maltempo che hanno devastato coltivazioni, strutture e infrastrutture.

Nel prossimo periodo, come testimonia il rapporto Onu su Cambiamenti climatici e territorio, il riscaldamento globale causato dall'uomo farà aumentare la siccità e i nubifragi estremi  in tutto il mondo, pregiudicando la produzione agricola e la sicurezza delle forniture alimentari, mentre l'area del Mediterraneo diventa ad alto rischio di desertificazione e incendi”.

Dissesto idrogeologico rischio numero uno

Il documento della Coldiretti lariana evidenzia come “il dissesto idrogeologico è un fattore di rischio fortemente legato all’evoluzione dei cambiamenti climatici. La relazione è particolarmente accentuata soprattutto nelle aree soggette all’aumento dei fenomeni meteorologici violenti (erosività, aggressività climatica dovuta alla azione battente e al ruscellamento, variazioni anomale della temperatura).

LEGGI ANCHE Dissesto idrogeologico: 750mila euro per Premana e Primaluna devastati dall’alluvione

Si segnala come, con l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici violenti e dei disastri si determinano danni permanenti alle strutture aziendali, sempre più in grado di alterare le caratteristiche di un territorio, spezzandone il legame identitario con le produzioni agro-alimentari locali. In un contesto montano, per di più, appare evidente il problema dell’abbandono dell’attività agricola, specie in aree interne e di quota: ciò attualmente, rappresenta un fenomeno che, per quanto legato, soprattutto, a difficoltà di tipo economico/reddituali da parte delle imprese agricole, costituisce una delle principali concause dei fenomeni di dissesto idrogeologico, a fronte della conseguente carenza manutentiva e di presidio del territorio, esercitata storicamente dagli agricoltori”.

I danni all'agricoltura   

Ancora, sottolinea Coldiretti Como Lecco “l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

Le strategie climatiche

La vulnerabilità del settore agricolo rispetto al clima, insieme alle potenzialità positive in termini di mitigazione (produzione di fonti energetiche rinnovabili e sequestro del carbonio nel suolo e nelle piante), conferisce al comparto una ruolo centrale nell’ambito delle strategie climatiche.  Da sempre, infatti, l’efficienza del modello di produzione agricola, pur dipendendo in misura consistente dalle capacità di gestione e di pianificazione dell'imprenditore agricolo, risulta fortemente legata agli elementi caratterizzanti il luogo di produzione, quali la fertilità del suolo ed il clima. Oggi, questa efficienza è sotto la minaccia degli effetti negativi dei cambiamenti climatici, che, rispetto al passato, si stanno diffondendo con una rapidità non compatibile con i ritmi naturali di adeguamento degli ecosistemi e degli stessi sistemi economici come, appunto, quello agricolo.

Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici impattano sulle attività agricole in modo diretto, attraverso variazioni qualitative e quantitative delle produzioni ed influenzando le colture con una alterazione degli stadi fenologici, del sistema fitopatologico e delle esigenze in termini irrigui e di lavorazioni. Altre conseguenze riguardano lo spostamento degli areali produttivi e la modifica di alcune vocazionalità d’area, con il rischio di vanificazione di ingenti investimenti da parte delle imprese agricole, che, specie nel nostro Paese, mirano ad una sempre maggiore identificazione delle produzioni agroalimentari con il loro territorio di origine, come nel caso della Valsassina”.

Servono interventi urgenti

"Si rendono pertanto urgenti – rimarca Coldiretti Como Lecco nel Dossier - tutte quelle azioni utili a tutelare i territori più fragili e minacciati, e con essi le imprese e i cittadini che in esso vivono: oltre alle necessarie opere di prevenzione e protezione del territorio dal dissesto idrogeologico, è importante favorire le azioni di presidio montano da parte delle imprese agricole, particolarmente dei giovani imprenditori, favorendone l’insediamento; risulta particolarmente strategico preservare, nell'assetto territoriale, le zone suscettibili di utilizzazione agricola  e promuovere l’introduzione o il mantenimento di pratiche agricole che contribuiscano a mitigare i cambiamenti climatici o che favoriscano l’adattamento e che siano compatibili con la tutela e con il miglioramento dell’ambiente, del paesaggio, delle risorse naturali, del suolo e della biodiversità; infine, è altresì utile a livello più generale assicurare il sostegno alla promozione di modelli di consumo caratterizzati dalla riduzione dei trasporti della materia prima (“chilometro zero”), alla diffusione della filiera corta (concetto legato alla diffusione del consumo dei prodotti stagionali e territoriali) e della vendita diretta, riducendo le emissioni"

Seguici sui nostri canali