Continua la lotta dei lavoratori Aerosol

Rifondazione chiede l'intervento della Procura della Repubblica

Continua la lotta dei lavoratori Aerosol
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"Anche l’incontro in provincia tra i rappresentanti sindacali e le RSU di Aerosol service Italiana S.r.l con i consulenti dell’azienda non ha dato alcun esito sulla verà identità dei titolari della ditta". Lo fa sapere con una nota ufficiale la Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista riferendosi alla vicenda dell'azienda di Valmadrera

Aerosol, un dramma per 93 famiglie

"La telenovela si stà rivelando un vero è proprio calvario per i 93 lavoratori e lavoratrici. Ciò che a tutt’oggi rimane sul terreno è solo l’arroganza di chi ha venduto il futuro di 93 persone per 14 euro. Del milione di euro di capitalizzazione decisa dall’assemblea dei nuovi soci l’11 luglio scorso neanche l’ombra. Durante l’ultimo incontro in Provincia con lo studio dell’avv. Stefano Artese ed il dott. Tiziano Saggiorno è stata data rassicurazione che possono essere pagati a rate le mensilità arretrate. Ma nessuna indicazione è emersa sulla vera identità della proprietà e sul futuro dell’azienda" proseguono i Comunisti lecchesi.

Proprietà fantasma

"Sta di fatto che ad oggi i consulenti del “fantasma” che possiede l’azienda, hanno dichiarato che l’aumento di capitale ci sarà solo se si troverà un accordo con un altro partner per un piano industriale. Un piano  che dovrà prevedere una diminuzione di costi.  Ovvero una riduzione di personale vista la probabile cessazione del ramo dedicato alla cosmesi"

Politica indifferente

"Questa vicenda  mette ormai in evidenza la disinvoltura con la quale a Lecco “Lor Signori” gestiscono le proprie aziende. Lo fanno badando solo ai propri interessi privati e lasciando 93 lavoratori alla mercè di studi legali e finanziarie con sedi a Milano e in Lussemburgo. Evidente anche la totale indifferenza della politica territoriale .L’inconsistenza delle istituzioni locali con un ruolo che si stà rivelando insignificante nel perseguire i responsabili di queste vendite fasulle. Vendite che denotano semplicemente una fuga della borghesia lecchese dalle proprie “responsabilità sociali” nei confronti di 93 famiglie del nostro territorio".

Rifondazione chiede l'intervento della Procura

"Riteniamo che in assenza di precise garanzie da parte dei “Consulenti  della società Aerosol”  sulla vera identità dei proprietari, ci siano tutti gli elementi per chiedere l’intervento della Procura della Repubblica.  Serve fare chiarezza su questi “passaggi di proprietà” che alzano una serie di sospetti sulla reale situazione economica per la quale l’azienda Aerosol è stata  “svuotata”  in questi ultimi anni".

La solidarietà

"Siamo solidali con i lavoratori e le lavoratrici di Aerosol e con le organizzazioni sindacali di categoria che stanno facendo il tutto per tutto per salvare una azienda di 93 lavoratori e lavoratrici"

Aerosol  e Fiocchi

"Ma proprio per questo ribadiamo la proposta di una nuova iniziativa dei lavoratori e del sindacato verso i veri responsabili di un situazione tanto grave.  Anche chiamando i lavoratori e le rappresentanze sindacali della Fiocchi alla solidarietà con i lavoratori Aerosol. Tanto più che in questi giorni esplode la notizia che anche per la Fiocchi munizioni SPA è in corso la vendita delle azioni a Charme Capital Partners SGR spa. Una operazione che getta luce anche sulla strana vendita dell’Aerosol.

L'appello

"Proprio per questo invitiamo i lavoratori e le organizzazioni sindacali a non accettare passivamente le “rassicurazioni verbali” fatte dal presidente di Fiocchi munizioni S.p.a. perché l’operazione imporrà sicuramente una riorganizzazione finanziaria  che in futuro potrebbe avere pesanti ripercussioni sulle condizioni di lavoro, sull’organizzazione della produzione e sui livelli occupazionali. Una accettazione passiva dell’operazione da parte dei sindacati sarebbe inspiegabile anche alla luce delle modalità con le quali la Società Aerosol è stata svenduta da membri della famiglia stessa.

Fine del capitalismo familiare?

"La vera questione è che anche a Lecco siamo al capolinea di un “capitalismo familiare” vecchia maniera che da solo non regge più: o il movimento operaio affronta la questione o per i lavoratori si apriranno tempi ancora più difficili degli attuali".

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