Ndrangheta il regista abitava a pochi chilometri da Merate

L’indagine riguarda il riciclaggio di centinaia di migliaia di euro al mese provenienti dai clan della ‘ndrangheta in Italia e all’estero.

Ndrangheta il regista abitava a pochi chilometri da Merate
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Ndrangheta: il regista abitava a pochi chilometri da Merate. Stiamo parlando di Antonio Scimone, 42 anni,  che, come riporta il giornaledimonza.it era residente alle Torri Bianche di Vimercate. Con lui anche  la moglie Maria Mollica, 39 anni, domiciliata a Bianco, nel Reggino. Sono loro  i due fermati nel vimercatese nell’ambito dell’operazione della Procura della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. L’indagine riguarda il riciclaggio di centinaia di migliaia di euro al mese provenienti dai clan della ‘ndrangheta in Italia e all’estero.

QUI I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

Ndrangheta il regista e la moglie abitavano alle Torri Bianche

L’imprenditore Scimone, originario di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) ma residente in uno dei quartieri più vip della Brianza (alle Torri Bianche, lo ricordiamo, vive per esempio Veronica Lario ) e la moglie fanno parte delle 27 persone sottoposte a fermo ieri nell’operazione “Martingala”.

I reati

Tutte sono ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, beni, utilità di provenienza illecita, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, trasferimento fraudolento di valori, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, reati fallimentari ed altro.

Società di comodo

L’organizzazione poteva contare su un gruppo di società di comodo, comunemente definite “cartiere”, che venivano sistematicamente coinvolte in operazioni commerciali inesistenti, caratterizzate dalla formale regolarità attestata da documenti fiscali ed operazioni di pagamento rivelatesi tuttavia, all’esito delle indagini, anch’esse fittizie. Le società avevano sede in vari paesi dell’Unione Europea (Croazia, Slovenia, Austria, Romania) e dopo non più di un paio di anni di “attività”, venivano sistematicamente trasferite nel Regno Unito e cessate. Tutto ciò era ovviamente funzionale ad evitare accertamenti, anche ex post, sulla loro contabilità. Le fittizie operazioni hanno consentito al sodalizio di mascherare innumerevoli trasferimenti di denaro da e verso l’estero, funzionali alla realizzazione di molteplici condotte illecite, quali “in primis” il riciclaggio ed il reimpiego dei relativi proventi.

Scimone il “regista”

Scimone è ritenuto dagli inquirenti il “regista”delle movimentazioni finanziarie dissimulate dietro apparenti attività commerciali. Alcune di queste, ora sotto sequestro, risultano avere sede in provincia di Monza e Brianza.

 

 

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