Finti prestiti mai erogati nei guai Fondazione di Cernusco

Un giro fraudolento da milioni, una lesmese ai domiciliari.

Finti prestiti mai erogati nei guai Fondazione di Cernusco
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Finti prestiti, mai erogati ma questa mattina il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e la
tenenza di Desenzano del Garda, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Lei è una donna brianzola di anni 54 residente a Lesmo.

Finti prestiti: operazione Maga Circe

Si tratta dell’Operazione Maga Circe, svolta dalle Fiamme Gialle bresciane sotto la direzione della Procura della Repubblica di Brescia, che ha visto indagate complessivamente tre persone. Gli indagati hanno creato una “finta struttura” composta da due Fondazioni create ad hoc, vere e proprie “scatole vuote” gestite direttamente dagli indagati.

A Cernusco Lombardone

Da un lato, la prima Fondazione - con sede a Cernusco Lombardone (LC) ed uffici operativi nel bresciano - aveva il ruolo di fingersi “indipendent assessor”, ossia di valutatore indipendente. Più precisamente, attraverso delle figure di tutor, veniva simulata una valutazione dei progetti presentati, favorendo in particolare, quelli ispirati alla green economy.

Nel Vimercatese

Dall’altro lato, la seconda Fondazione - con sede formale in Svizzera ed ufficio operativo a Vimercate (MB) - aveva il ruolo di “lender”, ossia erogatore dei finanziamenti. Il compito di questa Fondazione era quello di fingere la messa a disposizione di denaro ai malcapitati imprenditori attraverso la stipula di contratto di mutuo.

Da ultimo, si concludeva con l’incasso della “commissione” pagata (inutilmente) dagli imprenditori come spese di istruttoria, compresa tra i 2.200 e i 4.400 euro. Le “commissioni” pagate dagli imprenditori, per un ammontare complessivo di circa 750.000 euro, oltre a non essere mai state dichiarate al Fisco, sono finite nelle mani degli indagati che le hanno spese per fini personali e voluttuari.

I numeri

Le Fiamme Gialle hanno sequestrato centinaia (143) di finti contratti di finanziamento, tutti stipulati, per il tramite di un notaio svizzero, tra la Fondazione medesima e le società nazionali, per un ammontare complessivi di 3 miliardi e 534 milioni di euro, mai effettivamente erogati a causa di millantati “intoppi” burocratici, grazie ai quali gli
indagati facevano slittare giorno dopo giorno (per tre/quattro anni) gli accrediti dei fantomatici mutui promessi.

Assenza di autorizzazioni

Le Fondazioni create ad arte dagli indagati hanno stipulato i contratti di finanziamento in totale assenza delle autorizzazioni previste dalla Banca d’Italia che impone agli intermediari finanziari l’iscrizione in apposito albo, risultando così violato l’art. 132 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, ovvero l’esercizio abusivo di attività finanziaria.

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