Chiesti sei anni di carcere per Sorrentino e Castagna

Chiesto il sequestro definitivo dei beni dell'odontotecnicocon la passione per la politica

Chiesti sei anni di carcere per Sorrentino e Castagna
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Si avvia verso le battute finali il processo a carico di Francesco Sorrentino e Maurizio Castagna. Oggi il Pubblico Ministero Silvia Zannini ha fatto la sua arringa e ha chiesto sei anni di carcere per entrambi. Sono accusati di concussione e tentata concussione in concorso. L'ex consigliere comunale della Lega Sorrentino  (che fu anche candidato sindaco a Calolzio) e l'ex tecnico del Comune di Lecco sono a processo per un presunto giro di mazzette.

Sei anni di carcere

La titolare dell'accusa ha chiesto per entrambi la non concessione delle attenuanti generiche. Ciò  in considerazione dell'atteggiamento processuale tenuto dai due imputati. Non solo ma la richiesta scaturisce anche,  a detta della Pm, dalle "dichiarazioni menzognere che i due avrebbero  rilasciato". Nella requisitoria, durata diverse ore la dottoressa Zannini ha chiesto anche il sequestro definitivo dei beni di Francesco Sorrentino. La sostituta procuratrice ha messo in evidenza una sproporzione tra le reali proprietà dell'odontotecnico e la sua dichiarazione e dei redditi. Non solo ma la dottoressa Zannini ha anche evidenziato che già il Tribunale del riesame al quale si erano appellati legali di Sorrentino, avesse negato il dissequestro.

L'udienza

Dopo la sospensione dell'udienza disposta dal Collegio giudicante presieduto dal dottor Enrico Manzi, il dibattimento è ripreso nel pomeriggio con l'arringa dei legali della parti civili. Quella dell'Amministrazione comunale di Lecco ha richiesto il pagamento delle spese processuali a carico del geometra Castagna. Quella invece di Rota, ovvero l'imprenditore al quale era stata chiesta la tangente, ha chiesto una provvisionale di 20 mila euro.

La vicenda

L'inchiesta era  partita il 17 febbraio del 2014. In manette,  oltre agli attuali imputati era finito  anche l'avvocato Giovanni Minervini, che ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi, passata in giudicato. Tutto ruota intorno a una presunta mazzetta di  2500, che i due imputati avrebbero richiesto all'imprenditore Marco Rota per la realizzazione di alcuni parcheggi ad Acquate.

 

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