Chiesta la semilibertà per Renato Vallanzasca, potrebbe tornare a Calolzio

Tra pochi giorni il Tribunale di Sorveglianza prenderà la decisione.

Chiesta la semilibertà per Renato Vallanzasca, potrebbe tornare a Calolzio
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Chiesta la semilibertà per Renato Vallanzasca, potrebbe tornare a Calolzio. Il bel Renè, famigerato bandito della Comasina, che è stato condannato a quattro ergastoli e 296 anni di carcere, ieri è comparso davanti al giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Renato Vallanzasca

Il magistrato dovrà decidere se concedere, anzi ri concedere, la semilibertà all'uomo che ha seminato morte e terrore nell'Italia degli anni Settanta e Ottanta. Sì perchè Vallanzasca, che già godeva di questo provvedimento, è ritornato in carcere dopo che nel 2014 aveva commesso una incredibile rapina impropria. In pratica aveva rubato delle mutande in un negozio. Come detto il Giudice del Tribunale di sorveglianza dovrà decidere se dar ragione ai responsabili del carcere di Bollate, che hanno visto un ravvedimento nell'ex bandito che meriterebbe quindi questa misura detentiva alleggerita, oppure invece sposare la tesi del sostituto procuratore che si è opposto fermamente alla semilibertà.

Ritorno a Calolzio

Nel caso in cui il magistrato scegliesse la prima opzione, il Bel Renè potrebbe tornare a Calolzio. I suo legale infatti, l'avvocato Davide Steccanella ha infatti avanzato l'ipotesi che Vallanzasca possa dormire in carcere e uscire di giorno. Per fare cosa?. Per svolgere opere di utilità sociale con la cooperativa il Gabbiano che ha sede a Colico e a Calolzio.  L'ex bandito, già nel 2012, era stato inserito in un progetto di riabilitazione proprio nel lecchese. Lavorava infatti per tre giorni alla settimana alla cooperativa Il Gabbiano Onlus di Calolzio. Più di una persona lo aveva visto anche in giro perle vie della città. Arrivava  alla mattina in treno e poi alla sera tornava in stazione per andare a dormire nel carcere di Bollate.

Già docente di informatica

All'interno della cooperativa, Vallanzasca operava come volontario, insegnando informatica ai ragazzi. La sua presenza, in quel periodo, non aveva suscitato una "sollevazione popolare"come invece è avvenuto a Sarnico (il negozio di abbigliamento dove lavorava è stato costretto a licenziarlo).

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