Asfalto colabrodo: gli automobilisti denunciano troppe buche a Lecco e non solo FOTO

Ecco fare se l’auto subisce un danno per tentare di ottenere il risarcimento.

Asfalto colabrodo: gli automobilisti denunciano troppe buche a Lecco e non solo FOTO
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Asfalto colabrodo: gli automobilisti denunciano troppe buche a Lecco e non solo. Il maltempo di sicuro non aiuta, ma negli ultimi giorni si sono moltiplicate le segnalazione di asfalto disconnesso.

Asfalto colabrodo in viale Valsugana

Rabbia tra i lecchesi in transito in viale Valsugana (la strada di collegamento tra Sant'Ambrogio e Belledo) dove in questi giorni è comparsa una buca che ha mietuto non poche vittime.

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Messa una pezza a Maggianico

Qualche giorno fa nel mirino degli automobilisti  era entrata una grossa buca che si era aperta su Corso Bergamo, all'altezza delle scuole medie di Maggianico. "Voragine" che ha creato sì qualche disagio, ma che è anche stata già "rattoppata"... nella speranza che la toppa faccia il suo dovere.

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A Calolzio

Non va molto meglio uscendo da Lecco. Tra i casi più eclatanti quello di Calolzio. A destare ansia qui è soprattutto una buca nella zona del Lavello.

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Cosa fare se si "incappa" in una buca?

Ma cosa può fare un auomobilista che rimane coinvolto in un incidente causato da una buca? O che subisce dei danneggiamenti a causa dell'asfalto sconnesso? E'possibile richiedere il risarcimento del danno all'Ente proprietario del tratto di strada in questione. La richiesta però  "presuppone la prova della dinamica del fatto e dell'esistenza di un rapporto di custodia tra l'Ente e la strada. La richiesta va effettuata a mezzo lettera raccomandata entro cinque anni dal fatto".

Indicazioni per ottenere rimborsi

Nel frattempo il Codacons diffonde una “guida” su come comportarsi nel momento in cui doveste subire un danno a causa del manto stradale:
1 La prova del fatto: quando si cade in una fossa stradale, prima di togliere l’auto dall’avvallamento apertosi sull’asfalto, è opportuno procurarsi, proprio in questa fase, delle prove mediante fotografie scattate con il cellulare o il verbale della polizia municipale o stradale oppure un testimone.

2 La prova del danno: il momento successivo è la dimostrazione del danno subìto dal mezzo o dalla nostra stessa persona. Se, nel primo caso, la fattura del gommista, del batti lamiera o dell’elettrauto è più che sufficiente a garantire la prova del danno, per chi invece ha riportato contusioni o altre lesioni fisiche solo il certificato di pronto soccorso può dare quel margine di certezza per poter poi rivendicare il risarcimento.

3 L’insidia e l’onere della prova: la prima cosa da sapere è che la responsabilità della pubblica amministrazione si presume, salvo che quest’ultima dimostri che l’evento si è verificato per un caso fortuito, ossia per un fatto imprevedibile e inevitabile. Il caso fortuito, però, potrebbe consistere nel comportamento dello stesso conducente che, andando per esempio veloce con l’auto o, comunque, oltre i limiti stabiliti dal codice o dalle concrete condizioni della strada, abbia agevolato egli stesso il rischio del danno.

 

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