Lettera toccante di un papà ai suoi bimbi che hanno perso la mamma

La profonda riflessione ci è stata inviata da Emanuele Ravasio, 37 anni, di Sotto il Monte

Lettera toccante di un papà ai suoi bimbi che hanno perso la mamma
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Una lettera toccante. Che merita di essere letta fino in fondo. Perché tocca il cuore di tutti, non solo di chi è genitore. Scritta da un giovane marito, che ha perso la moglie da poche settimane. E che ha trascorso queste festività, per la prima volta, insieme ai suoi bambini. Ma senza la compagna, l'amica, la complice di una vita. Era il 9 novembre infatti quando Michela Zanetti ha chiuso gli occhi per sempre. Ha lasciato il marito Emanuele Ravasio e i suoi tre bambini: Elisa, sette anni, Chiara, cinque anni, e Alessandro, un anno. Con questa riflessione questo giovane papà di Sotto il Monte ha voluto ringraziare chi è stato vicino alla sua famiglia in questi due mesi. E soffermarsi sul significato di queste feste appena trascorse in un momento così difficile della sua vita.

Lettera toccante di un papà ai suoi bimbi

Il 2017 come è arrivato se ne sta andando, con il suo carico di momenti belli e non, e come ogni anno si conclude con festività, messe ad hoc, forse per farci fare il punto della situazione ed il bilancio di ciò che è stato. Si parte con il Natale, che è la festa della famiglia per tradizione, dove una coppia è riuscita grazie all’amore a superare le mille avversità che gli si sono poste innanzi. Ed è in questi giorni di festa che ciò che manca fa più rumore, fa più male, fa sentire la sua assenza… Sì, perché se hai 37 anni e tre figli piccoli da crescere, la mancanza di un’amica, di una moglie e di una madre si fa sentire. E al diavolo chi vuole festeggiare! Hai voglia solo di urlare, di restare solo, di non pensare, di avere indietro quella vita per cui hai lottato e che ora ti è stata strappata senza motivo dalle mani! Vedi famiglie intorno a te che litigano, giocano, vivono, fanno quello che è normale per una mamma e un papà con bambini e ti chiedi: «Perché a noi? Perché non a loro? Cosa abbiamo fatto per meritarci questo?». La testa entra in un loop di pensieri da cui uscire risulta difficile! E intanto fuori si affaccia il nuovo anno, altra festa... Ma festeggi cosa? Un nuovo inizio? Sì! Ma di che? Vedi solo buio davanti a te, senti freddo anche tra le quattro mura domestiche, senti consigli cacofonici, vedi facce che ti salutano come avessero visto uno spirito! E allora basta! Devi farti forza! Non puoi andare avanti così! Devi guardare indietro e prendere quello che di buono c’è stato e custodirlo come il più prezioso dei doni. Devi prendere in mano il presente vivendolo per quello che è, giorno per giorno, e ringraziare per ciò che hai, per chi ti sta vicino e per chi senza conoscerti ha preso a cuore la tua storia. Devi guardare negli occhi i tuoi bambini e capire - perché da loro si impara molto - che è vero che la mamma non c’è più, ma c’è comunque un noi, un noi forte, un noi che sa di nuovo, un noi da gridare al vento, perché ci siamo, perché siamo qui e perché siamo vivi! La chiave di tutto è li! E’ dentro i bambini, è tra i familiari che stanno intorno a te, tra le persone che ti sono vicine e chissà, magari con quella chiave potranno aprirsi porte che faranno entrare un po’ di luce! Ringrazio tutti quelli che in questo periodo ci sono stati vicini. Buon anno!

Emanuele Ravasio

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