Disoccupato a 58 anni: "Per le imprese sono un fantasma"

"Sono stato un manager di successo, ma per il mondo del lavoro sono vecchio e per questo non adatto"

Disoccupato a 58 anni: "Per le imprese sono un fantasma"
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L'odissea di un manager di Merate diventato un disoccupato ignorato da tutte le aziende

Disoccupato a 58 anni: "Nessuno mi dà più neanche una possibilità"

Nella sua lunga carriera professionale ha dimostrato, nei fatti e negli anni, flessibilità e capacità di rimettersi in gioco, oltre che competenza ed esperienza. Ha girato il mondo e lavorato nei settori più diversi passando dai semilavorati per industrie meccaniche ed elettromeccaniche alle periferiche dei computer, dai sistemi video allo storage fino ad arrivare ai network di autoriparatori. Non ha mai temuto le sfide, forte della sua instancabile voglia di fare e della sua solida esperienza. Eppure da qualche anno, si trova come congelato in un limbo, giacché per il mondo del lavoro è come se fosse trasparente. Semplicemente non esiste.

Un passato da manager di successo

Come tutti i lavoratori maturi, over 40, l’imprenditore meratese che ci ha raccontato nell’anonimato la sua odissea ("un po’ mi vergogno") ha un prerequisito che lo taglia fuori da tutto: l’età. "Ho 58 anni, per il mondo del lavoro sono un vecchio. A prescindere da tutto, non sono “adatto” - spiega l’imprenditore, un diploma in Comunicazioni Multimediali nel cassetto e sulle spalle una carriera di manager in grandi multinazionali - Il mio curriculum è lì a dimostrare le sfide professionali che negli anni ho affrontato e superato. Ma nessuno è neppure disposto a darmi l’opportunità di misurarmi e di dimostrare il mio valore. Ho 58 anni, ma non mi sento vecchio, mi sento forte. Il lavoro non mi ha mai spaventato, al contrario. Potrei fare da mentore ai giovani, fare loro da coach, aiutare a prendere decisioni, definire obiettivi, individuare strategie. Ma sono parcheggiato in un limbo dal quale non ho prospettive di uscire".

"Tiro a campare con lavoretti"

"Dopo una serie di lavoretti, stanco di regalare il mio tempo e la mia professionalità ad altri, ho deciso di mettermi a lavorare a un progetto mio. E l’ho fatto consapevole dei rischi cui sarei andato incontro, ma convinto che alla fine il lavoro e la fatica mi avrebbero ripagato".
I risultati sperati però non ci sono stati. "Ci sono talmente tanti vincoli burocratici, difficoltà e imprevisti per chi fa impresa in Italia, che è assai difficile che un’attività nuova, appena avviata, vada a buon fine e superi il primo anno di vita".

"Ora cerco di mantenere l'equilibrio e di non scivolare nella disperazione"

"Quello che è successo a me o ti ammazza, nel senso che ti scoraggia a tal punto da indurti a compiere gesti estremi (e in Italia ce ne sono stati tanti), oppure ti fortifica rendendoti più saggio e insegnandoti ad apprezzare, come è accaduto a me, quello che hai. Per quel che mi riguarda ho cercato di non scoraggiarmi e di tener duro affrontando le difficoltà e cercando di non perdere l’equilibrio. Scivolare nella depressione in queste condizioni è molto facile perché in fondo, dopo una vita di lavoro, di successi e soddisfazioni personali e professionali, tutto d’un tratto ti senti inutile. “Possibile che non serva più niente?” ti domandi. Ovvio che non è così, però intanto nessuno ti prende più in considerazione".

"Tengo duro, ma gli imprevisti sono dietro l'angolo"

"Ho una moglie e due figli già grandi. Mia moglie lavora, per fortuna. Quanto ai ragazzi, il maggiore lavora ed è in attesa di partire per due anni di lavoro all’estero, l’altro ha un lavoro part time. Ma la situazione è insostenibile lo stesso, soprattutto nel lungo periodo. Lasciare che persone come me, con un bagaglio di esperienza e professionalità sulle spalle, non lavorino equivale a buttare via un patrimonio. Qualche anno fa ho finito di pagare il mutuo della casa, e sotto quel punto di vista sono tranquillo. Altri alla mia età non lo sono. Ma gli imprevisti nella vita sono sempre dietro l’angolo".

Commenti
Bruno Filippo

Buona sera a tutti , anche io nella stessa situazione ho 53 anni 3 figli di cui 2 minori tutti studenti e sono disoccupato dall'età di 49 anni e moglie disoccupata come me adesso andiamo avanti con 200 euro al mese che mi da l'inps con la domanda REI fatta al comune di residenza , io dico se siamo fuori dall'età del lavoro per le azziende perchè l'INPS non manda le persone come noi in pensione ? a conti fatti con 27 anni di contributi versati mi spetterebbero 800 euro al mese che mi aiuterebbero almeno a non morire di fame .......

Alberto

Buongiorno ho 58 anni e sono alla ricerca di lavoro da 2 anni credo ormai sia impossibile trovarlo sono alla fine non ce la faccio più, se qualcuno ha idee iniziative da sviluppare io ci sono

sergio

Buongiorno, Idem anch’io a 58 anni …. vorrei anch'io, se fosse possibile, essere contattato da chi è nella stessa situazione con qualche progetto da fare in collaborazione . grazie e saluti

donato vietri

Buongiorno, Idem anch'io a 57 anni .... se possibile essere contattato da chi è nella stessa situazione con qualche progetto da fare in collaborazione . grazie et saluti

Giovanni

Buonasera, purtroppo a 59 anni anche io mi trovo nelle medesime condizioni con l'aggravante di una patologia tumorale in fase di guarigione. nonostante non abbia problemi di deambulazione (e "di testa") ed essendo iscritto alla lista delle categorie protette settore impiegatizio sono trattato come un "lebbroso". Purtroppo la condizione economica famigliare non mi consente di non lavorare, ma sebbene sia obbligatoria l'assunzione le aziende preferiscono pagare la sanzione amministrativa che da assumere

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